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L'aria che tira, Giulia Bongiorno denuncia Beppe Grillo: "Porto il video in Procura, prova a carico contro il figlio"

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"Lo porto in Procura". Giulia Bongiorno, a L'aria che tira su La7, annuncia una nuova guerra legale contro Beppe Grillo, questa volta per il video con cui il comico e fondatore del Movimento 5 Stelle ha cercato di difendere il figlio Ciro, accusato di stupro di gruppo sue due ragazze. La violenza sarebbe avvenuta l'estate di due anni fa, nella villa in Sardegna di Grillo, nella stanza accanto alla quale riposava la compagna del comico e madre di Ciro, Parvin Tadjk, che intercettata e sentita dai magistrati ha sempre ribadito di non essersi accorta di nulla. 

 

 

 

 

Tra le carte dell'inchiesta anche un video girato da chi era presente nella stanza della presunta violenza. Secondo le ragazze, sarebbe la prova della colpevolezza di Ciro e dei suoi amici. Secondo gli accusati e Beppe Grillo, l'esatto opposto: "Sono dei 19enni che saltano con il pis***o di fuori, sono dei cog***i non degli stupratori", ha accusato il fondatore del M5s sui social lunedì pomeriggio, in un video che ha fatto molto discutere e in cui si chiede "come mai dopo la violenza la ragazza ci ha messo 8 giorni per denunciare".

 

 

 

 

"Reputo che questo video sia una prova a carico - spiega la Bongiorno, senatrice della Lega, in collegamento con Myrta Merlino, documenta la mentalità del 'non succede niente, sono cose che si possono fare'. Questo metodo si chiama eufemizzazione, prendere delle cose importanti e ridurle in briciole, ed è il metodo usato da molti uomini per giustificarsi quando sono imputati. Credo che denoti una certa mentalità, quindi prendo questo video e lo porto in Procura". "Le colpe di Grillo non possono ricadere sul figlio", contesta la Merlino. "Però denotano la mentalità e linea di difesa - ribatte la Bongiorno, che è anche avvocato difensore di Matteo Salvini nei processi siciliani su Gregoretti e Open Arms -, ed è anche un messaggio: state attente vittime che adesso vi facciamo diventare imputate. Secondo me è un eloquente prova di quello che si vuole fare in futuro alle vittime, se andate avanti poi ci pensiamo noi. Ma noi non ci facciamo intimidire". 

 

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