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Maria Elisabetta Casellati diffidata da Michele Boccardi: ritardo nella proclamazione a senatore, "un danno erariale"

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Guai in vista per il presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati. Michele Boccardi ha mandato una diffida alla forzista. Tutta colpa del suo posto da senatore. Nella diffida, mandata attraverso il suo legale, Boccardi chiama in causa la Casellati per "Danno erariale e Omissione atto di ufficio". Lo scorso 24 settembre - spiega Il Tempo riportando la vicenda - la Giunta delle Elezioni e delle Immunità si è definitivamente pronunciata in merito al ricorso proposto da Boccardi contro l’elezione di Carmela Anna Minuto a Senatrice della Repubblica, accogliendolo e così deliberando la sua decadenza e, conseguentemente, di "proporre al Senato - disattesa ogni avversa istanza - l’annullamento dell’elezione della senatrice Minuto nella regione Puglia". Al suo posto infatti Boccardi.

 

 

Ad oggi - è l'accusa - nulla è stato calendarizzato. E ancora, nella diffida si sottolinea una "chiara volontà di non calendarizzare in evidente privilegio per l’illegittima attuale occupante il seggio è l’analisi dei ben diversi tempi con cui codesta stessa Presidenza ha invece calendarizzato i deliberati della Giunta delle Elezioni e delle Immunità per i ricorsi relativi alle regioni Calabria ed Emilia Romagna. Dunque, una speculare vicenda rispetto alla presente, si discute e conclude con il deliberato in Aula del Senato in meno di trenta giorni".

 

 

Da qui il parallelo con i casi precedenti in cui "i giudici nazionali sono fermi nel riconoscere al soggetto illegittimamente non proclamato arretrati e danni all’immagine che per il caso dell’onorevole Faggiano furono determinati in 1,7 milioni di euro, danno erariale che dunque la Casellati sta provocando con la sua inerzia". La diffida si aggiunge al caso sollevato da Repubblica sui 124 voli di Stato in un anno condotti dalla Casellati, appunto. Eppure a far emergere la verità ci ha pensato Francesco Storace che sulle colonne del Tempo ha fatto sapere che il presidente non ha violato la legge: "Dice il decreto 98 all'articolo 3: 'I voli di Stato devono essere limitati al Presidente della Repubblica, ai Presidenti di Camera e Senato, al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Presidente della Corte costituzionale'. Ovvero, sono senza autorizzazione, perché è la legge a renderli disponibili". Più chiaro di così. 

 

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