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Matteo Renzi, lo sfogo su Berlusconi condannato: "Accuse ridicole e senza senso, al massimo una multa"

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"Io non ero ancora un protagonista, ma quel capo d’accusa era ridicolo, senza senso. Al di là di ciò che avvenne nel processo, un’evasione di proporzioni così minime, magari figlia di un errore, rispetto al bilancio di un’azienda, non dovrebbe neppure finire nel penale, ma essere risolta con una multa. La verità è che quel processo fu l’epilogo di venti anni di anti-berlusconismo della sinistra a cui io posi fine successivamente". Così Matteo Renzi parla della condanna inflitta a Silvio Berlusconi sul processo Mediaset.

 

 

Un aiuto al Cav da parte di un leader del fronte opposto che però ha sempre dialogato con l'omologo di Forza Italia, come per esempio sul famoso Patto del Nazareno. "L’obiettivo era privare il Cav di un futuro politico. Non per nulla nelle trattative per una possibile grazia che Napolitano portò avanti con gli avvocati di Berlusconi la conditio sine qua non era che il leader di Forza Italia si ritirasse dalla vita politica", scrive Augusto Minzolini sul Giornale proprio a supporto della tesi di Renzi che giudica ridicolo il processo Mediaset contro Berlusconi.

 

 

 

 

"Berlusconi fu condannato perché poteva aspirare al Quirinale", dice più apertamente De Basso De Caro (Pd). Il moderato-renziano Giacomo Portas è più esplicito: "Certo che fu condannato per impedirgli di andare al Colle. L’evasione per cui fu condannato nel bilancio delle aziende di Berlusconi equivale all’evasione per il guadagno di un caffè in un bar: è il discorso che mi fece il mio fiscalista. Ecco perché, lo dico pubblicamente, io sono pronto a votarlo anche oggi per il Quirinale". Anche gli uomini oggi vicini al Cav non hanno dubbi:"Di fatto – ammette Sestino Giacomoni, uno dei suoi uomini ombra – andò così". Ma anche di quelli che lo sono stato e ora non lo sono più: "Ma che dubbio c’è! Non volevano che andasse al Colle", evidenzia Giuseppe Gargani, prima responsabile giustizia della Dc e poi di Forza Italia: "Eppoi io conosco il presidente del Tribunale che lo condannò, Esposito, dai tempi in cui fu trasferito come pretore per dei fatti non certo lusinghieri", spiega ancora. Ma per il Cav l'ipotesi Quirinale non è ancora del tutto tramontata: "Sembrerà strano – spiega Enrico Costa, ora con Calenda –, ma Berlusconi ha più possibilità di essere eletto oggi che allora. Quel clima di ostilità nei suoi confronti si è smussato. Semmai rischia che lo scherzo glielo facciano dentro il centro-destra. E, comunque, la risposta alle dieci domande dell’Europa non deve essere quella di routine di qualche avvocato dello Stato, deve rispondere il Governo italiano, cioè Draghi", conclude.

 

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