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Roberto Speranza e il coronavirus, "desecretati i verbali su task force e lockdown": pandemia, il ministro rischia?

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Il Ministero della Salute ha dato il via libera: i verbali sulle misure prese dal governo un anno fa contro la pandemia sono stati desecretati, come chiedeva l'esponente di Fratelli d'Italia Galeazzo Bignami, costretto a rivolgersi al Tar del Lazio. Il dicastero guidato da Roberto Speranza, scrive il Giornale, "ha provato fino all'ultimo ad opporsi alla decisione dei giudici del Tar: ha fatto melina, ha avanzato una 'istanza di chiarimenti', ha cercato di prendere tempo per allontanare il giorno in cui gli italiani avrebbero potuto conoscere la verità su quel tavolo del ministro".

Le decisioni nel mirino degli inquirenti sono quelle prese tra fine gennaio e inizio febbraio, quando il Coronavirus era già esploso in tutta la sua drammaticità in Cina e da lì a pochi giorni avrebbe portato il terrore anche in Italia, a Codogno e Vo' Euganeo e poi in tutto il Nord. Il 22 gennaio 2020 gli esperti si riuniscono per la prima volta con Speranza, il 27 gennaio ascoltano il responsabile Oms Ranieri Guerra, "ed è lì che decidono cosa fare, e cosa non fare, del piano pandemico italiano", suggerisce sempre il Giornale. Un piano pandemico, si scoprirà poi, che semplicemente non esiste. Quei verbali sono rimasti secretati, nonostante le proteste del comitato delle vittime di Bergamo. La Val Seriana e il suo carico di morti e contagi per il mancato lockdown immediato, tra fine febbraio e inizio marzo, è il primo "buco nero" nella gestione della pandemia allestita dal governo. 

Fino a oggi il Ministero della Salute si era opposto a descretare i verbali opponendo la contestazione che si trattasse, in realtà, di "brogliacci"  e che dunque non fossero "verbali in senso tecnico e formale". Un cavillo, insomma, come quello della "privacy", carta giocata dal Ministero lo scorso 19 maggio: "I soggetti (liberamente) intervenuti agli incontri potrebbero dover essere chiamati a rispondere all’opinione pubblica di posizioni e valutazioni non espresse o comunque malamente interpretate - era la posizione del Minsitero -, con il rischio di evidenti e gravi danni all’immagine, e rischierebbero l’esposizione a possibili iniziative anche processuali di soggetti che si pretendano lesi". Parole che hanno contribuire ad aumentare il mistero intorno ai verbali e alle decisioni prese dalla task force di esperti. 

 

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