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Guido Crosetto avverte Salvini: "La guerra con la Meloni? Attento, ecco chi vuole smontare il centrodestra"

di Antonio Rapisarda
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Guido Crosetto parla da "esterno" rispetto alla mischia quotidiana della politica, pur essendo stato cofondatore di FdI, con la caratura di chi è stimato trasversalmente nella coalizione. Lo scenario di questi giorni, con lo smacco subito dalla formazione di Giorgia Meloni sulla Rai, lo preoccupa. Un regalo, lo scontro fratricida, ai nemici: «È una stupidaggine se il centrodestra esclude così di poter essere l'asse portante della nuova maggioranza, indipendentemente da chi - al suo interno - sarà indicato come premier...».

 

 

 

 

 


Crosetto, gli avvoltoi volteggiano sopra il centrodestra: sta messo così male?
«La speranza di quasi tutti, a quanto pare, èche sia messo male. Così non ci sarebbe un'alternativa per qualche altro anno...».
Diagnosi impietosa.
«È normale che in politica tutti sperino che chi è dato come sicuro vincitore imploda e che si riaprano i giochi: no? Ormai sono anni che per amore o per forza il centrodestra non riesce a governare. Anche quando ottiene i voti. Se per caso dovesse fallire anche ora sarebbero contenti in tanti: l'espediente per an dare avanti, del resto, è stato sempre trovato dal 2011 in poi...».
Chi sta sabotando l'alleanza?
«Stanno facendo tutto da soli, dall'interno. Quello che è successo sul Cda della Rai è una cosa su cui non si può colpevolizzare nessuno al di fuori. Lo stesso vale per il Copasir. Sono vicende che hanno rilevanza istituzionale ma che nascono da problematiche interne».
Meloni ha lanciato un j' accuse contro chi nei "palazzi" sta tentando di ostacolare FdI. Un messaggio diretto anche agli alleati?
«Anche ma non solo a loro. Non tutti tifano perché si spezzi la corda che si sta tirando, però il voto sulla Rai...».
Salvini minimizza: non ci divideremo per un posto.
«Se il centrodestra avesse trovato un accordo, non impossibile, non saremmo in questa situazione. Qualcuno ha voluto forzare la mano, perché dare un consigliere in più a FI che già controlla la Vigilanza Rai sembra un atto voluto. Per dare uno schiaffo, politicamente parlando, sperando di scatenare la rissa».
Rumoroso.
«E assolutamente poco lungimirante. Qualcuno si è messo in testa che il modo per continuare a governare sia proseguire con questa maggioranza Draghi, così come in Europa c'è la maggioranza Ursula: con tutto e il contrario di tutto tenuto insieme da un nemico comune ed un leader staccato da tutti».
 

 

 

 

 

 

In tanti temono come la peste il taglio dei parlamentari. E visti i sondaggi...
«Già, ma per poterlo fare sono necessarie due cose: la prima è trovare il modo di relegare FdI fra gli "impresentabili", stile Le Pen in Francia. C'è chi ci sta facendo un pensiero e persino qualcuno della Lega reputa di poter cavalcare ciò dicendo: eravamo gli impresentabili, adesso ci stiamo rifacendo la verginità. Tanto da costituire una nuova maggioranza senza FdI. Tutto ciò senza rendersi conto di una cosa».
Di cosa?
«Quel qualcuno non ha capito che il giorno in cui sarà l'ora della Meloni lo sarà pure per Salvini. Simul stabunt, simul cadent...».
Per i meloniani ora va ridiscusso tutto. A partire dal candidato per la Calabria.
«È la logica dello scontro. E capisco che sia quasi inevitabile. Ciò detto ci penserei bene: non fosse altro per non fare un ennesimo favore ai nemici. In tanti godono assai nel vedere scavare dei solchi sempre più profondi nel centrodestra».
Ci traccia l'identikit?
«I 5 Stelle e il Pd: questo mi sembra banale. E poi una parte di Forza Italia, quella "piddina", che non vuole più stare col centrodestra: si sta delineando chiaramente».
Il suo consiglio?
«A Berlusconi di riprendersi in mano Forza Italia. A Salvini, di ascoltare un po' meno quelli che lo spingono a fare guerre nelle quali è lui quello che rischia di farsi più male di tutti».
Giorgetti è ottimista: dopo la tempesta arriva il sereno.
«Certo, ma i leader devono sedersi attorno a un tavolo: è lì che si risolvono le controversie. Se non succede queste ferite diventeranno sempre più difficili da curare».
Qualcosa sul tavolo bisogna pur metterla: lo chiede espressamente FdI.
«La volontà. E parlare senza pregiudizi. Certo, nessuno può pretende che l'altro si autolimiti nella sua crescita elettorale. In un'alleanza l'importante è che cresca l'alleanza: non si può pensare di trovare un modo affinché uno non cresca più dell'altro». 

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