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Mps-Unicredit, Luigi Bisignani su Mario Draghi: "Ecco perché il premier ha tanta fretta di chiudere il caso"

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L'uomo che sussurra i potenti, oggi, domenica 8 agosto, snocciola le sue informazioni riservate sulla vicenda Mps-Unicredit. Luigi Bisignani ne scrive su Il Tempo, dove analizza l'accelerata impressa da Mario Draghi al dossier. Avvertendo però anche su quali possono essere i rischi di una simile operazione. "Su Mps Super Mario si è tolto la medaglia d’oro del banchiere centrale pur di risolvere in fretta un problema nato per l’insipienza di via Nazionale. Con la diligente complicità del suo scudiero, il ministro dell’Economia Daniele Franco, anche lui ex Banca d’Italia, trascurando che Monte dei Paschi è ben amministrata, il governo 'intima' di consegnare a UniCredit entro il 31 dicembre, un Istituto ripatrimonializzato. Gli oneri dell’operazione, pari a circa 8-10 miliardi di euro, restano ovviamente a carico del bilancio pubblico", premette Bisignani sul quotidiano capitolino diretto da Franco Bechis.

 

Dunque, avanza due interrogativi. Il primo: "Siamo certi che la banca più antica del mondo, ripulendosi come del resto sta già facendo dal contenzioso, non possa invece andare sul mercato, raccogliere i capitali aggiuntivi necessari a diluire la quota del Mef e porsi come soggetto indipendente?". Poi il secondo: "E siamo sicuri che non sarebbe stato meglio esplorare più convintamente la creazione di un polo bancario composto da Mps, Banca popolare di Milano e Bper dedicato al credito alle Pmi e al territorio?".

Ma è quando si spende sulle ragioni che avrebbero spinto Draghi a muoversi con tale solerzia, che Bisignani rivela: "L’attuale urgenza di Draghi di chiudere la partita ha però origini più lontane: va cercata, verosimilmente, in un documento firmato da un oscuro dirigente, tal Minnella, di gran lunga precedente l’acquisto di Antonveneta da parte di Mps, che avvertiva dei rischi dell’operazione. Ricevuto e protocollato da Palazzo Koch, ( n. 252248 del 9 marzo 2007), ma poi divenuto 'introvabile' e miracolosamente ricomparso in Cassazione".

 

E ancora, secondo Bisignani "la situazione dei parametri patrimoniali della banca senese è oggi complessa, ma la responsabilità degli ultimi 7-10 anni non è certo addebitabile al personale di Mps né può essere scaricata sui manager di 'passaggio'. Bisognerebbe parlare con Bruxelles e fare un 'piano nuovo' a due o tre anni in attesa che anche le ultime indagini della procura di Milano si chiariscano. L’Europa, di fronte a una visione strategica, chiara e programmata, difficilmente direbbe di no a una personalità indiscussa come Draghi e potrebbe concedere il tempo necessario per un vero restructuring, su cui l’attuale Governo ha tutte le carte in regola per impegnarsi. E, finalmente, la politica sparirebbe dai tavoli di Monte dei Paschi", rimarca Bisignani.

Quindi, dopo un lungo excursus sul passato di Mps, ecco che si arriva alle conclusioni: "Super Mario dovrà sfoderare tutta la sua abilità nel 'saltare la quaglia' per tenersi la 'Stella del Potere', proprio come l’omonimo eroe del videogioco. Purché non finisca con un game over, come in Anas, dove alla fine i partiti hanno rispedito a casa il candidato ad proposto dall’inadeguato Ministro Giovannini. Decisamente un alert per Draghi. Ma supererà anche questa", conclude profetico Luigi Bisignani.

 

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