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Giuseppe Conte, "chi è il suo consigliere di politica estera": avvistati in spiaggi al Circeo, grosso imbarazzo M5s

 Giuseppe Conte

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Torna la rubrica “Veleni in piazza” di Gianfranco Ferroni, che nell’edizione odierna del Tempo titola “Bobo Craxi consiglia Conte sulla politica estera”. Proprio come l’ex presidente del Consiglio, quest’estate Craxi sarebbe stato uno dei frequentatori più assidui di Punta Rossa, al Circeo. “Lui, il figlio di quel Bettino che è stato da sempre preso di mira dai seguaci di Beppe Grillo - scrive Ferroni - si ritrova a poca distanza da quel Giuseppe Conte che è stato due volte presidente del Consiglio sotto le insegne dei pentastellati”.

 

 

“Bobo, profondo conoscitore della politica estera - continua Ferroni - ha mediato a lungo nel paradiso terrestre del basso Lazio, anche in compagnia di personalità che hanno segnato, da veri protagonisti, gli ambienti della Farnesina, a cominciare dal diplomatico Riccardo Sessa, che nel suo curriculum vanta le esperienze di ambasciatore a Pechino e di rappresentante italiano al Consiglio Atlantico. Oltre che di capo della segreteria del presidente del Consiglio Giulio Andreotti”. 

 

 

 

 

A proposito di politica estera, recentemente Giuseppe Conte ha provato a spiegar meglio la sua posizione riguardo al dialogo con i talebani: “Non è una posizione singolare, è condivisa da Borrell, dalla Merkel, è la posizione uscita fuori dal G7. La mia soluzione non è certo quella di chi vuole legittimare politicamente i talebani ma di chi intende creare pressione costante affinché possano riconoscere i più elementari diritti”.

 

 

 


Lo stesso Bobo Craxi ha però deciso di scrivere a Dagospia per raccontare la sua versione dei fatti: "Certamente ho incontrato Giuseppe Conte e l’Ambasciatore Sessa nei giorni estivi e mi sono intrattenuto amichevolmente con loro a discutere di temi e problemi di politica internazionale. Escludo di aver dato consigli all’ex Presidente del Consiglio; ha avuto dimestichezza con dossier importanti in questi anni, non ne ha bisogno. Certamente se lo avessi fatto avrei sconsigliato linee morbide nei confronti del Governo Talebano così come sembrano essere assunte dal Movimento che Conte dirige. Viva cordialità".

 

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