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Sergio Mattarella, il costituzionalista Azzariti: "Il mandato a termine è incostituzionale"

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"La rielezione non è esplicitamente vietata, ma sarebbe del tutto impropria": il costituzionalista Gaetano Azzariti si esprime così in merito all'eventuale mandato bis di Sergio Mattarella al Quirinale. La scadenza, infatti, è fissata a febbraio, ma l'ipotesi della sua permanenza al Colle piace a molti. A tal proposito, il  professore di Diritto costituzionale alla Sapienza, sentito dal Fatto Quotidiano, ha dichiarato: "Sette più sette fa quattordici: quattordici anni al Colle sono una durata abnorme, 'eterna', più consona a una monarchia che a una democrazia parlamentare", ha detto riferendosi alla durata del mandato presidenziale. 

 

 

 

"Saremmo di fronte alla cristallizzazione di una carica istituzionale che la Costituzione non vuole - ha continuato Azzariti -. Aggiungo che quello del capo dello Stato – a parte i giudici costituzionali, che restano incarica nove anni – è il mandato più lungo previsto dalla Carta per un organo costituzionale". Secondo il professore, inoltre, sarebbe sbagliato anche il mandato a termine. Si era detto, infatti, che Mattarella, dopo la rielezione, si sarebbe potuto dimettere “naturalmente" in seguito alle elezioni politiche del 2023. "La Carta non lo prevede e sarebbe gravemente incostituzionale. Una qualunque formalizzazione di un mandato a termine è inaccettabile", ha fatto sapere l'esperto.

 

 

 

Il costituzionalista, però, ha escluso anche l'ipotesi di Mario Draghi al Quirinale. Cosa farebbe se uno studente gli facesse un discorso di questo tipo durante un esame? "Lo boccerei - ha risposto al Fatto -. Per la ragione che questa affermazione dimostra l’ignoranza sulle diverse funzioni della presidenza del Consiglio e della presidenza della Repubblica. Ovvero un organo di governo e un organo di garanzia. Il massimo che un capo dello Stato può fare è stimolare gli organi costituzionali, come sono governo e Parlamento. Ma non è un organo di indirizzo politico".

 

 

 

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