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Luca Morisi, il silenzio della vecchia guardia Lega. La prova lampante: "Salvini in difficoltà"

Salvatore Dama
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«Quando un amico sbaglia, prima ti arrabbi, ma poi gli allunghi una mano». Sono le prime luci dell'alba quando Matteo Salvini si trova a gestire il caso Morisi. Che era cominciato venerdì scorso, in realtà, quando il guru del web aveva improvvisamente deciso di lasciare la gestione dei social adducendo «motivazioni personali». Ieri è venuta fuori la storia per intero. L'inventore della "Bestia", la potente macchina di comunicazione web del Carroccio, risulta indagato dalla procura di Verona per cessione di stupefacenti. Una vicenda ancora poco chiara, in realtà. Che però viene utilizzata per attaccare il "Capitano" (copyright Morisi), che viene colpito dalle critiche degli avversari politici e dal silenzio della vecchia guardia leghista. Matteo, per prima cosa, prende le difese del suo uomo. Almeno umanamente si dichiara vicino a lui e disponibile a sostenerlo in questo momento difficile. Di primo mattino, quando i giornali hanno già dato notizia dell'indagine in corso, l'ex ministro dell'Interno dirama poche righe, ma significative: «Quando un amico sbaglia e commette un errore che non ti aspetti, e Luca ha fatto male a se stesso più che ad altri, prima ti arrabbi con lui, e di brutto. Ma poi gli allunghi la mano, per aiutarlo a rialzarsi».

 

 

 




UNA VECCHIA FOTO - Salvini, per sottolineare che non ha intenzione di mollare Morisi da solo davanti al tribunale del web, pubblica su Facebook uno scatto che li ritrae insieme: «Amicizia e lealtà per me sono la vita. In questa foto avevamo qualche anno e qualche chilo in meno, voglio rivederti presto con quel sorriso. Ti voglio bene amico mio, su di me potrai contare. Sempre». Morisi si dichiara innocente. Dice di aver fatto degli errori, e per questo chiede scusa al segretario e alla comunità leghista, ma sostiene di non aver commesso reati. Informa inoltre di aver rimesso ogni incarico ricoperto nel Carroccio già a partire dal primo settembre. Tutto ciò non frena la polemica. Che ricasca addosso soprattutto a Salvini. Non è un buon momento per il segretario leghista. Ci sono le difficoltà nel tenere insieme l'anima governista e quella più barricadera del partito. Ci sono le polemiche continue con gli alleati di governo. C'è la concorrenza a destra di Giorgia Meloni. E ci sono le elezioni amministrative alle porte, per le quali si prevede un esito tutt' altro che trionfale. «Le vicende personali non le commento», dice Salvini nel pomeriggio a margine di un appuntamento elettorale a Altopascio, cercando di lasciarsi alle spalle il caso Morisi. Ma anche sul versante politico le cose non vanno meglio.

 

 

 

 

 



POLEMICHE CONTINUE - Sempre ieri mattina hanno lasciato interdette alcune frasi pronunciate dal ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti sulla debolezza del candidato selezionato per Roma. Enrico Michetti? La persona giusta era Guido Bertolaso, dichiara il numero due della Lega. Facendo anche una sorta di endorsement pro Carlo Calenda: «Ha le caratteristiche giuste per amministrare una città complessa» come la Capitale. Riflessioni che Salvini è costretto a correggere in corsa: «A Roma e Milano i candidati scelti dal centrodestra unito, ovvero Michetti e Bernardo, saranno ottimi sindaci», ha puntualizzato. E dire che sempre ieri, sul versante giudiziario, era arrivata una buona notizia. È infatti diventata definitiva la sentenza di non luogo a procedere nei confronti di Salvini, che era imputato per sequestro di persona per aver stoppato lo sbarco dei migranti dalla nave Gregoretti. Un risultato atteso e sperato che però è stato totalmente oscurato dal caso Morisi.

 

 

 

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