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Riccardo Molinari e il futuro della Lega: "Noi non siamo la destra, quella è la Meloni. A chi prenderemo i voti"

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"Noi non siamo la destra". Riccardo Molinari, big della Lega capo dei deputati del Carroccio a Montecitorio, intervistato dal Corriere della Sera lo dice chiaro e tondo. Il partito, all'ombra dello scontro (rientrato?) tra il segretario Matteo Salvini e il numero due Giancarlo Giorgetti, sta per intraprendere una nuova via. "In questi mesi - spiega Molinari -, a volte noi siamo stati critici, non è facile per un partito come la Lega stare al governo con Pd e M5s. Ma Mario Draghi può stare tranquillo. Noi saremo leali come siamo sempre stati, al punto da appoggiare provvedimenti in cui non credevamo al 100%, consapevoli dell'emergenza".

 

 

 

 

 



Se la Lega non avesse accettato di entrare in un governo di unità nazionale, sottolinea, "avremmo al governo Conte e i Responsabili. E invece, la scelta nostra e di Forza Italia ha fatto fallire il progetto". Ora però c'è il dilemma: Lega governista o sovranista? In Europa, Molinari si schiera con Salvini: "Penso sia giusto non entrare nel Partito popolare. Del resto, è come con Umberto Bossi e Roberto Maroni". Quindi il distinguo dai tedeschi dell'Afd: "Non sono i miei compagni di strada ideali ma partiti che sono distanti da noi. Quella è la destra. Ma noi non siamo la destra, quella è la Meloni. Ma sono partiti non disponibili a passare sopra a tutto senza disturbare i manovratori. Peraltro, se entrassimo nel Ppe presto ci chiederebbero di privatizzare il Colosseo per pagare i debiti".

 

 

 

 

 



In ballo non c'è solo il posizionamento strategico a Strasburgo, ma pure questioni di voti reali e concretissimi: "Noi guardiamo a sinistra. O meglio, a quel mondo che la sinistra ha abbandonato. Lavoratori, artigiani impoveriti, piccole imprese che non hanno avuto le risorse o le competenze per innovare. La sinistra oggi è per la contrazione dei diritti, per il Jobs act, è ultraliberista al limite del darwinismo sociale. L'alternativa è il reddito di cittadinanza? Noi siamo alternativi a entrambi i modelli".

 

 

 

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