Cerca
Logo
Cerca
+

Roberto Saviano, "Atreju è di sinistra". Giorgia Meloni lo stronca: "Non cambiate mai, fiera di non essere come voi"

  • a
  • a
  • a

Continua la campagna kamikaze di Roberto Saviano contro Giorgia Meloni: dopo una serie di interviste a PiazzaPulita e una causa da affrontare per aver dato del "bast***i" alla leader di Fratelli d'Italia e a Matteo Salvini, lo scrittore di Gomorra se la prende direttamente con Atreju. Non solo il nome della kermesse di FdI in via di conclusione a Roma, diventata questa settimana una vera e propria "Terza Camera" con la sfilata di tutti i protagonisti della politica italiana, soprattutto di sinistra. Ma direttamente con il protagonista di fantasia del cult per ragazzi La storia infinita. A detta di Saviano, il ragazzino avventuroso non sarebbe di destra, ma di sinistra, e dunque la Meloni non potrebbe appropriarsene.

 

 

 



"Per chi non lo sapesse - scrive - , Atreju, 'cresciuto da tutti', è membro della tribù pelleverde, non ha né madre né padre, nessuna sacra famiglia tradizionale, e non c'entra nulla con Bannon, Orban, e tutta l'accozzaglia sovranista". Peraltro, ma Saviano questo non lo dice, il festival va avanti dal 1998, è esempio di militanza (soprattuto giovanile) in quella destra storicamente esclusa dai grandi eventi culturali e il riferimento al libro di Michael Ende è dunque antecedente, e di molto, dalla svolta "sovranista" che tanto terrorizza la sinistra.

 

 

 



"Non cambieranno mai - ha commentato sui social la Meloni le parole di Saviano -: sono antidemocratici, rancorosi e intolleranti fino al midollo. Fiera di non essere come loro". Ma forse la migliore risposta è stata data da Atreju stesso: sul palco sono sfilati Enrico Letta e Luigi Di Maio, Giuseppe Conte e Matteo Renzi. Leader non certo accostabili a Fratelli d'Italia, e protagonisti anzi di scontri durissimi nel recente passato. Eppure, dalla platea meloniana, mai un fischio, una critica o una provocazione. Segno che la "Storia infinita" è solo l'ossessione di certi commentatori. 

 

 

Dai blog