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Giuseppe Conte nei guai: Barbara Lezzi e i 5 ribelli anti Draghi, "espulsione dal M5s non valida"

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Non cambiano i numeri per il governo Draghi, ma cambiano gli equilibri dentro il Movimento 5 Stelle. Un bel guaio per il capo politico Giuseppe Conte, che ora deve fare i conti con l'obbligo di reintegrare nel M5s i sei senatori cacciati per aver detto no al governo di Mario Draghi. Lo ha stabilirlo il Collegio di garanzia di Palazzo Madama che ha dichiarato "la nullità dei provvedimenti di espulsione".

 

 

 


Non valida, dunque, l'espulsione comminata dal Movimento ai danni dell’ex ministra Barbara Lezzi, Elio Lannutti, Rosa Silvana Abate, Luisa Angrisani, Margherita Corrado e Fabio Di Micco. Il Collegio si è dichiarato competente nel merito della questione e ha quindi stabilito il reintegro. L’espulsione di senatori era stata ratificata dal reggente Vito Crimi lo scorso 18 febbraio. "Ho sempre ritenuto ingiusto l’allontanamento dal gruppo in quanto, in osservanza dello statuto vigente in quel momento, avevo richiesto che venisse rifatta la votazione in cui si chiedeva se sostenere o no il governo Draghi con tutti dentro compresi Salvini, Renzi e Berlusconi", commenta a caldo Lezzi. "La mia richiesta nasceva dal fatto che la previsione contenuta nel quesito non aveva trovato accoglimento nella composizione del Governo. Oggi il collegio di garanzia del Senato della Repubblica ha dichiarato nulla la mia espulsione e quella di altri 5 colleghi che, come me, avevano presentato ricorso".

 

 

 



"Da oggi faccio di nuovo parte del gruppo parlamentare del M5S ed osserverò principi e valori che mi hanno permesso di rivestire il ruolo di Senatrice compresi quelli di non concedere la fiducia ad un governo Draghi ma di valutare i provvedimenti nel merito e concorrere all’approvazione solo se aderenti alle esigenze dei cittadini", rivendica la passionaria pugliese. Ora si apre la partita analoga alla Camera, con il Consiglio di giurisdizione di Montecitorio che dovrà affrontare il ricorso presentato dai grillini espulsi per lo stesso motivo, le deputate Corda, Spessotto e Termini.

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