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Green pass, martedì il certificato può saltare: tam-tam a Palazzo, esplode la rivolta dei senatori

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«Come faccio a lavorare al Senato senza il green pass rafforzato? Diciamo che mi sto dedicando a un altro mestiere: ho un'azienda di trasporto e, visto che sono io il titolare, non mi chiedo il certificato verde». Ironizza Emanuele Dessì, ex 5 Stelle, da poco più di tre mesi senatore del Partito Comunista. Dal 15 febbraio le regole anti-Covid sono cambiate anche a Montecitorio e a Palazzo Madama: per entrare serve il green pass rafforzato. Ma alcuni inquilini non hanno intenzione di vaccinarsi e hanno presentato ricorso contro la decisione.

 

Martedì dovrebbe arrivare il responso della Commissione Contenziosa (anche se il Consiglio giurisdizionale della Camera si è già espresso più volte negativamente). «È una norma discriminatoria» tuona Dessì. Va giù duro anche Gianluigi Paragone, leader di Italexit: «Ho avuto il Covid da poco e dunque ho il Green pass ma continuo la mia battaglia dentro e fuori dal Parlamento». Gli fa eco Mario Giarrusso, avvocato e senatore eletto con i 5telle, ora nel movimento di Paragone che parla di «abominio».

 

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