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Roberto Speranza, la caduta del talebano del Covid: segnatevi questa data...

Pietro De Leo
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È l'altra Liberazione. Quella dalle mascherine. E ci riprendiamo il diritto al sorriso, alla smorfia, anche "al chiuso". Non dappertutto, ci sono ancora dei margini di obbligatorietà. Comunque è un passo avanti, cui si spera ne seguano altri, definitivi. Ieri, un emendamento al decreto Covid approvato in Commissione Affari Sociali alla Camera ha messo in campo le nuove regole per indossare il dispositivo, visto che domani scadono quelle precedenti.Dal 1 maggio al 15 giugno via la mascherina nei luoghi al chiuso pubblici o aperti al pubblico, anche se rimarrà fortemente raccomandata. Così come nei luoghi di lavoro, a meno che non ci siano degli accordi aziendali in senso opposto. Niente mascherina, poi, per entrare in discoteca.

Rimarrà obbligatoria, invece, la Fpp2 nel trasporto pubblico locale e a lunga percorrenza, e poi per gli spettacoli aperti al pubblico, a teatro e al cinema, oltreché per tutti gli eventi e le competizioni sportive al chiuso. Mascherine indosso, poi, per entrare nelle strutture sanitarie e le Rsa. E tra i banchi? Sì alla mascherina fino alla fine di quest' anno scolastico, obbligo già previsto in precedenza, tranne che per i bambini fino ai 6 anni di età oppure per quanti non possono indossare il dispositivo a causa di patologie.

 

 

 

RACCOMANDATA A MESSA - Nella serata di ieri, inoltre, un'indiscrezione rilanciata dall'Adnkronos anticipa che anche a Messa probabilmente si continuerà a raccomandare l'uso della mascherina ancora dopo il primo maggio, per quanto non sia più obbligatoria. Il ministro della Salute Speranza ha detto: «La nostra raccomandazione è ancora l'utilizzo della mascherina in tutte le occasioni in cui ci possono essere rischi di contagio. Per questo decidiamo di mantenere ancora per un certo tempo, fino al 15 giugno almeno, un elemento di precauzione».

Sempre ieri, poi, Speranza ha firmato un'ordinanza ponte, per rendere le norme operative fin quando il decreto sarà convertito. A margine del voto in Commissione, il sottosegretario Andrea Costa, che era presente in rappresentanza del governo, ha espresso soddisfazione per il «risultato raggiunto, anche perché ho sempre sostenuto che ci fossero le condizioni per proseguire il graduale ritorno alla normalità. L'inizio di questa fase nuova è coerente con la responsabilità dimostrata dagli italiani che hanno imparato a convivere con il virus con grande consapevolezza. È un atteso messaggio di fiducia per i cittadini».

E per il dopo? Sempre dal ministero della Salute, il sottosegretario Sileri osserva, guardando a giugno, che «quel mese sarà abbandonata quasi un po' ovunque». Quanto al green pass, invece, il suo utilizzo resterà in vigore sino alla fine di quest' anno nelle strutture sanitarie e nelle Rsa.
Costa ha definito questa novità «la vera svolta». Infatti, non sarà più necessario esibire il certificato verde per i trasporti e gli altri luoghi. Questo nuovo corpo di regole ha suscitato delle reazioni contrastanti.

 

 

 

 

 

L'ORDINE DEI MEDICI - Secondo Filippo Anelli, presidente della Federazione nazionale dell'Ordine dei medici, «è una decisione saggia, i contagi Covid sono ancora alti e sono viziati dal tanto "fai da te" nei test e tanto sommerso non rilevato. Il numero dei ricoveri scende ma molto lentamente e questo, insieme al numero dei morti ancora elevato, ci dà molta preoccupazione. Quindi suggerire ai cittadini prudenza è un dovere da parte del ministro e da parte nostra un atto di responsabilità». Il Presidente della Fondazione Gimbe Nino Cartabellotta, invece, prima che fosse ufficializzato il contenuto del decreto, aveva detto che sarebbe stata «una follia abolire l'obbligo di mascherina nei locali al chiuso, in particolare se affollati o scarsamente areati».

Reazioni, poi, sono arrivate anche dalla politica. Matteo Salvini twitta che la novità è «un passo in avanti, ma la richiesta che la Lega ha avanzato in commissione è che l'obbligo dell'uso della mascherina decada ovunque». I senatori della Commissione Sanità del M5S osservano: «Si comincia a ridurre l'uso delle mascherine, anche al chiuso, un passo che ci conforta». E il senatore Udc Antonio Saccone definisce lo stop parziale alla mascherina «un segnale forte di ripartenza, con l'augurio di lasciarci le altre limitazioni presto alle spalle e che l'obbligo di indossarla decada ovunque».

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