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Ucraina, Vito Petrocelli resta inchiodato alla poltrona da presidente. Dimissioni in massa dalla commissione Esteri

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Vito Petrocelli non ha la minima intenzione di schiodare dalla sua poltrona da presidente della commissione Esteri di Palazzo Madama. Per le sue posizioni sulla guerra in Ucraina sono iniziate le procedure di espulsione dal Movimento Cinque Stelle, ma riguardo all'incarico in Senato la nuova riunione della Giunta del regolamento chiamata a fare il punto sul suo caso, è terminata con un nulla di fatto. Anche perché, come fatto notare dal leghista Roberto Calderoli, in mattinata la stessa commissione Esteri si è riunita sotto la presidenza di Petrocelli deliberando su alcuni punti all'ordine del giorno. Che fare allora? L'idea è quella delle dimissioni in massa della maggior parte dei componenti. Solo così, alla luce di fatti concreti, e se i presidenti dei gruppi formalizzeranno l'intento di non sostituirli con colleghi di partito, la giunta potrà arrivare a sostenere con la Presidenza lo scioglimento della commissione stessa per l'impossibilità di continuare a svolgere i suoi compiti, in un momento cruciale.

 

Italia viva ha già fatto sapere, con il capogruppo, Davide Faraone, di voler procedere in questa direzione, con la vicepresidente Laura Garavini. E così gli altri senatori della commissione. A eccezione di Emanuele Dessì, ex Cinque stelle e ora membro del nuovo gruppo Cal. "Durante la Capigruppo abbiamo chiesto che il presidente Petrocelli rimanga al suo posto", ha detto alla Dire. "La sua rimozione sembra fuori logica, avviene solo perché il suo pensiero è in dissenso alla maggioranza e avviene con un escamotage che costituirà un precedente gravissimo per tutte le altre volte in cui un presidente esprimerà posizioni non gradite alla maggioranza". "Non voglio entrare nel merito della posizione del presidente Pertrocelli, che ha ampiamente espresso personalmente", ha concluso Dessì, "ma all'interno del nostro gruppo ci sono sul tema posizioni differenti ma vogliamo garantire il rispetto della Costituzione, dei regolamenti e delle leggi esistenti".

 

 

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