Lo strappo

Silvio Berlusconi, un colpo al cuore: "Parole gravissime", chi lascia partito e Parlamento

Un terremoto in Forza Italia: Elio Vito lascia il partito e si dimette da deputato. La decisione viene comunicata al presidente di Montecitorio, Roberto Fico, con una lettera dai toni durissimi e in cui nel mirino ci finisce anche Silvio Berlusconi: "Signor Presidente della Camera dei deputati, a seguito della mia decisione di lasciare Forza Italia, il partito nelle cui liste sono stato eletto, rassegno le mie dimissioni dal mandato parlamentare. Mi auguro che questa decisione possa contribuire ad aiutare le giovani ed i giovani del nostro Paese a ritrovare il senso della fiducia nelle Istituzioni, nel Parlamento e più in generale nella politica".

 

Questo quanto scrive l'ex azzurro, che aggiunge: "Forza Italia in questi ultimi mesi ha messo in atto e promosso la pratica deteriore del trasformismo, alimentando cambi di partito e di gruppo non motivati da ragioni ideali, valoriali, politiche ma da meri interessi personali, elettorali, di voti, di preferenze. Forza Italia ha perso la sua natura di movimento politico leaderistico, liberale e democratico - picchia durissimo -. La sua classe dirigente si è chiusa in una gestione accentrata ed esclusiva del potere e le voci critiche sono state messe al bando, silenziate ed escluse dagli strumenti di comunicazione. Già in occasione del voto di Forza Italia al Senato che determinò il non passaggio all'esame degli articoli del ddl Zan, e del vergognoso applauso che lo accompagnò, lasciai i miei incarichi di partito. Successivamente ho sperato, ho cercato, ho creduto che fosse ancora possibile una fase di confronto e discussione, un cambiamento all'interno del partito".

 

Un fiume in piena, Elio Vito: "Sono accadute invece due altre cose molto gravi che mi rendono impossibile continuare a militare in Forza Italia. La prima riguarda le affermazioni di Berlusconi sull'aggressione russa dell'Ucraina che se da una parte sono state formalmente di condanna, dall'altra sono state elogiative di Vladimir Putin, critiche verso le leadership occidentali e di comprensione verso presunte ragioni della Russia. Da ultimo, l'apparentamento a Lucca per il ballottaggio con formazioni estremistiche di destra. L'antifascismo è un valore costitutivo la Repubblica rispetto al quale non vi può essere alcuna deroga, soprattutto in questo momento storico, quando sono tornati gravi episodi di violenza squadrista - rimarca l'ormai ex parlamentare -. Signor Presidente, per far riavere fiducia nella politica, serve una buona politica, onesta, trasparente, leale incentrata su un confronto non ideologico, non animato da odio, da pregiudizi ma dal rispetto, dalla volontà di risolvere i problemi, di realizzare i diritti civili e sociali. Serve una politica che si divide su proposte di soluzione ai problemi ma si riconosce in valori comuni, di libertà, democrazia, laicità, di appartenenza alle Istituzioni internazionali dell'Onu, della NATO, dell'Unione europea. Che si riconosca nella Costituzione antifascista. Signor Presidente Fico, ho questa lettera di dimissioni per rendere pubbliche le mie ragioni. Non ho la potenza di giornali e televisioni, potenza che non dubito continuerà ad essere usata. Ma resta e resterà la libertà, l'orgoglio, la dignità di avere servito il mio Paese e di avere difeso le mie idee", si conclude la lunga missiva di Elio Vito. Addio all'azzurro, insomma. E allo scranno da deputato.