Retroscena

Giuseppe Conte, "umiliati tutti i giorni dal Pd": pronta la vendetta contro Enrico Letta

Pure dopo l’uscita di Luigi Di Maio, quel che rimane del Movimento 5 Stelle è profondamente spaccato. L’ennesimo bluff di Giuseppe Conte, che anche oggi esce dal governo domani, ha spazientito l’ala “ribellista” dei grillini, quella capitanata da Paola Taverna, che spinge per lasciare l’esecutivo. Tra l’altro non sono sfuggiti i toni aggressivi, durante l’assemblea congiunta, anche nei confronti dei dem che dovrebbero essere preziosi alleati.

 

 

“Non possiamo farci umiliare tutti i giorni da Palazzo Chigi e dal Pd”, è una delle voci grilline riportate dal Giornale. Conte invece è stato molto più prudente da questo punto di vista, lasciando fuori il partito di Enrico Letta dal suo sfogo: “Questo governo deve cambiare marcia - ha dichiarato rivolgendosi soprattutto ai 5 Stelle ribelli - noi non possiamo stare qui in un atteggiamento di condiscenda che diventa corresponsabilità, non possiamo reggere il moccolo al grande centro e al centrodestra”.

 

 

E ancora, Conte ha messo nel mirino il premier: “Noi non abbiamo giurato fedeltà a Draghi, abbiamo giurato fedeltà al Paese, siamo qui per il bene dei cittadini. Se non riusciamo a perseguire questi obiettivi, viene meno la ragione della nostra permanenza al governo”. Intanto, però, il leader del M5s si è preso una bella “spernacchiata" da Alessandro Di Battista: “E anche oggi il M5s esce dal governo domani. Mi chiedo come sia stato possibile ridurre la più grande forza politica del Paese nella succursale della pavidità e dell’autolesionismo”.