Maria Elena Boschi, l'indiscrezione: come fregano Conte e M5s prima delle elezioni
Uno "show indecente". Maria Elena Boschi, intervistata dalla Stampa, non usa parole al miele per commentare il tira e molla del Movimento 5 Stelle dentro al governo e alla maggioranza. Mercoledì il leader grillino Giuseppe Conte ha incontrato il premer Mario Draghi a Palazzo Chigi, mostrando (per quanto possibile) i muscoli e parlando esplicitamente di "forte disagio politico" e "necessità di discontinuità". Quindi ha sottolineato di non aver fornito al premier "nessuna rassicurazione" sulla permanenza al governo, non ha confermato che posizione terranno i 5 Stelle sul Dl Aiuti (se cioè voteranno o no la fiducia), ha dato un "penultimatum" di una decina di giorni al premier per capire quali concessioni fare al Movimento e infine ha ribadito che "non è pensabile continuare con forze politiche che discutono sull'esistenza del Reddito di cittadinanza". Nonostante tutto questo, come ironizza l'ex M5s Alessandro Di Battista, "anche oggi il Movimento esce dal governo domani". E intanto, vari retroscena informano che il cuore dei 5 Stelle è spaccato tra i governisti e chi tifa rottura, con l'una o l'altra fazione che prende il sopravvento a seconda di come tira il vento, di ora in ora.
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Anche per questo la capogruppo di Italia Viva alla Camera parla, appunto, di "show indecente", condotto "sulla pelle degli italiani". "Sono in crisi, hanno eletto meno sindaci di noi, rischiano di implodere dunque hanno bisogno di occupare i giornali - sostiene la Boschi -. Inflazione, crisi energetica, siccità, immigrazione: a Conte non interessano queste cose, ma mettere una bandierina. Suggerirei sommessamente a Draghi di non perderci troppo tempo".
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L'uscita dal governo dei 5 Stelle potrebbe sconvolgere il quadro delle alleanze in vista delle elezioni politiche del 2023. Con che faccia infatti Enrico Letta potrebbe presentarsi alleato con Conte dopo una tale mancanza di "senso di responsabilità"? Ma proprio in vista del 2023, la Boschi si dice certa che ci sarà un "tentativo serio di cambiare la legge elettorale", in senso proporzionale, prima del voto. "Noi siamo per il sindaco d'Italia, non per il proporzionale. Ma le fibrillazioni di questi giorni porteranno inevitabilmente pezzi di centrosinistra e di centrodestra a cercare un accordo sul proporzionale, con sbarramento e secondo anche le preferenze". E i 5 Stelle, sempre più isolati, presi in mezzo e, sostanzialmente, fregati.