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Latina, così alle elezioni hanno rubato i voti: centrodestra fregato

Pietro De Leo
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Moltissime schede sparite e altre probabilmente consegnate agli elettori con la preferenza già scritta. Uno scandalo portato alla luce da una sentenza del Tar, che mette in dubbio la regolarità del voto per eleggere il sindaco di Latina. Ma la paura (e il sospetto) è che gli stessi brogli si possano essere ripetuti anche in altri Comuni andati alle urne...

Andiamo con ordine. Il Tar, come detto, ha annullato il voto amministrativo dello scorso autunno, a Latina, in 22 sezioni. Allora, al ballottaggio, vinse il candidato sindaco di centrosinistra Damiano Coletta. La sentenza è inequivocabile: «Il risultato elettorale», si legge, «è viziato dalle gravi violazioni di legge riscontrate nelle operazioni di voto e di scrutinio in molti uffici elettorali di sezione, come risulta dai rispettivi verbali, con specifico riferimento al numero di schede autenticate e bollate e dalla discrepanza tra numero di schede vidimate, numero di voti espressi e numero di schede vidimate non utilizzate, indicatori del verificarsi del fenomeno comunemente descritto come "schede ballerine"».

 

LE VERIFICHE
Andando nello specifico di quanto ricostruito dalla Prefettura, che ha effettuato le verifiche dopo l'ammissione del ricorso presentato da tre candidati di una civica del centrodestra, si colgono esempi lampanti. In una sezione, per dire, ci sono 460 schede firmate dagli scrutatori e bollate dal presidente. Poi ne sono state autenticate altre due. Lì, spiega la sentenza, «inspiegabilmente la somma delle schede autenticate, utilizzate e no, rinvenute dalla Prefettura è di 859. Il numero dei votanti a verbale è di 596». In un'altra, invece, mancano nel conteggio 24 schede autenticate. Ma al di là del bailamme dei numeri da emicrania, c'è un passaggio della sentenza che fa saltar su dalla sedia, quando adombra al meccanismo delle "schede ballerine". Spieghiamo: si fa illecitamente uscire una scheda dal seggio, già vidimata e con già scritta l'espressione di voto, e la si consegna all'elettore. Quest' ultimo entra nel seggio, finge di votare e depositerà nell'urna quella "pre-compilata", portando all'esterno quella vuota. Su cui poi verrà apposto un voto per darla ad un altro elettore e così il giro ricomincia, in un meccanismo assolutamente illegale.

Un ingranaggio di cui parlò ampiamente Roberto Saviano su Repubblica, in un articolo di 9 anni fa, individuandolo come una delle tecniche utilizzate dai clan mafiosi per il controllo del voto. E andando ancora più indietro, il fenomeno viene mostrato anche alcune scene del film Sud, di Gabriele Salvatores. Fuor di cinema, è numerosa la casistica sul genere. Il Tar, per dire, poco meno di un paio d'anni fa per questo motivo ha annullato le elezioni a Lamezia Terme.

 

Tornando alla vicenda di Latina, il coordinatore regionale della Lega Claudio Durigon racconta a Libero: «Alcuni rappresentanti di lista si accorsero di presunte anomalie ed errori, evidentemente oggi tutto questo è stato accertato». E torna, con la memoria, all'esito del primo turno: «Le liste del centrodestra hanno ottenuto il 53%, mentre il candidato sindaco del centrodestra, Vincenzo Zaccheo, si è fermato a 49. Man mano che arrivavano i risultati sembrava vinta subito, poi nel corso delle ore il risultato si è ribaltato». Ed è vero: gli exit poll e le prime proiezioni accreditavano Zaccheo vincitore al primo round. Poi lo spoglio ha raccontato un'altra storia: il candidato del centrodestra si è fermato alla soglia del 50% e ha perso due settimane dopo, al ballottaggio. Dunque, senza quelle anomalie messe nero su bianco dal Tar, il centrodestra avrebbe probabilmente riconquistato il Comune pontino. «Su questa vicenda», annuncia Durigon, «presenteremo un ricorso al ministro Lamorgese».

IL SOSPETTO
«A Latina eravamo a un passo dalla vittoria», spiega anche il vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli, di Fratelli d'Italia. «Il sospetto», continua, «che il centrosinistra vinca solo con l'aiutino e debba governare anche quando perde non è infondato. Ma c'è un giudice a Berlino... Questa sentenza induca il centrodestra a compattarsi e a organizzare il ritorno a destra del capoluogo pontino». E nell'attesa della tabella di marcia che porterà ad un nuovo voto, va rilevato l'atteggiamento della sinistra. A quanto pare il sindaco decaduto ha intenzione di presentare, come suo diritto, ricorso al consiglio di Stato e chiederà una sospensione cautelare della sentenza. Da Pd e Movimento 5 Stelle, quando il pronunciamento del tar ha innescato una baraonda di reazioni, si sono affrettati ad esprimere «solidarietà» all'ormai ex primo cittadino. Chissà a parti invertite, e a parità di contenuto della sentenza, quali strali sarebbero partiti all'indirizzo dell'ipotetica amministrazione di centrodestra...

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