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Renato Brunetta lascia Forza Italia: "Il partito ha tradito la sua storia"

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Dopo Maria Stella Gelmini è il turno di Renato Brunetta. Adesso Forza Italia è una polveriera. Infatti anche il ministro alla Funzione Pubblica ha deciso di lasciare il partito azzurro. Il non voto sulla fiducia a Draghi sulla risoluzione Casini è stata la classica goccia che fa traboccare il vaso. "Non votando la fiducia a Draghi, FI ha tradito la sua storia. Non sono io che lascio, è Forza Italia che lascia se stessa", ha affermato Brunetta. Poi in una nota lo stesso ministro ha affermato: "Io rimango dalla stessa parte: dalla parte  dei tanti cittadini increduli che mi stanno scrivendo e chiamando, gli stessi che nei giorni scorsi si sono appellati a Draghi perché rimanesse alla guida del governo. Io non cambio, è Forza Italia che è cambiata. Mi batterò ora perché la sua cultura, i suoi valori e le sue migliori energie liberali e moderate non vadano perduti e confluiscano in un’unione repubblicana, saldamente ancorata all’euroatlantismo. Perché dobbiamo contrastare la deriva di un sistema politico privo degli anticorpi per emanciparsi dal populismo e dall’estremismo, piegato a chi lavora per modificare gli equilibri geopolitici, anche indebolendo l’alleanza occidentale a sostegno dell’Ucraina. È una battaglia per il futuro che coincide con la difesa della mia storia, e di quella di Forza Italia". Parole pesantissime. E chissà Silvio Berlusconi cosa starà pensando in questi minuti. Insomma l'aria tra gli azzurri si fa più pesante e di fatto non sono escluse altre uscite da parte degli azzurri. 

 

 

Un'ala del partito, inutile negarlo, è stata sempre governista e adesso con la rottura dell'equilibrio di governo e di maggioranza è suonato l'annuncio del "liberi tutti".  E in questo quadro di altissima tensione azzurra va ricordato anche lo scontro di ieri tra Maria Stella Gelmini e Licia Ronzulli. Ma c'è anche un altro "dissidente" che ha cercato di sfidare la linea del partito: Andrea Cangini.

 

 

 

Il forzista ha infatti votato la fiducia a Draghi andando contro le direttive azzurre. Insomma il partito del Cav si appresta a vivere un periodo di travaglio con uscite verso quel centro che forse potrebbe nascere in vista del voto. 

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