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Debora Serracchiani, "loro non hanno fatto cadere Draghi...". Imbarazzante confessione

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"Sinistra italiana non ha fatto cadere il governo, possiamo stare insieme". Debora Seracchiani, vicesegretaria del Pd, chiude al Movimento 5 Stelle e alle ipotesi di nuove "larghe intese" in caso di stallo dopo il voto del prossimo 25 settembre. Ma la numero 2 di Enrico Letta finge di dimenticare un sottile dettaglio: se M5s ha rotto l'alleanza abbandonando di fatto il sostegno al governo di Mario Draghi, Sinistra italiana di Nicola Fratoianni è rimasta orgogliosamente all'opposizione dell'esecutivo, fin da subito. Come conciliare, dunque, "l'agenda Draghi" proposta da Letta al programma di rottura della sinistra-sinistra? Forse la risposta è già stata data dallo stesso Letta qualche ora prima. "Siamo costretti ad allearci, ci giochiamo tutto in un pugno di collegi". In altre parole, pur di fermare il centrodestra vale tutto. La cara, vecchia tradizione dell'ammucchiata progressista. Ma questa volta forse sarà più complicato.

 

 



"Lavoreremo per un governo con quelle forze con cui ci candidiamo da questa parte del campo - spiega la Serracchiani in una intervista al Quotidiano nazionale -. Abbiamo appena fatto un'esperienza di unità nazionale con partiti molto diversi e con storie diverse finita male, e che non replicheremo". "Dietro questa alleanza elettorale c'è l'impegno a lavorare su temi che hanno avuto un'elaborazione comune in Parlamento - sottolinea - penso al tema della giustizia, alle riforme del Pnrr, alle semplificazioni, ai temi etici come il suicidio assistito". Parlando di programmi e dell'agenda Draghi, di cui hanno parlato anche Letta e Calenda, Serracchiani precisa: "E' l'agenda sociale il perno della proposta del Pd, una proposta per l'Italia del 2027 - evidenzia - il nostro Paese è oggi alle prese con una grave crisi sociale ed economica. Cinque milioni e mezzo di poveri, più di quattro milioni di lavoratori che non arrivano a fine mese: sono numeri terribili, che con noi al governo, vorremmo metterci alle spalle".

 

 

 

 

E sull'ipotesi Draghi premier paventata da Calenda: "L'obiettivo è vincere le elezioni con un'idea di Paese alternativa a quella della destra - commenta - anche Calenda sa che quando bisogna mettere insieme un governo si parte dalle idee, non dai nomi. Direi invece che per la destra non contino idee e proposte, quanto chi si dovrebbe sedere a palazzo Chigi". 

 

 

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