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Roberto Speranza, l'ultimo scandalo: chi nomina a 60 giorni dal voto

Francesco Storace
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Ci prova fino all'ultimo, Roberto Speranza, ma forse si dovrà arrendere. Il tentativo di nominare a fine mandato un bel gruppo di dirigenti al ministero della Salute potrebbe essere stato interrotto dalla crisi di governo. Con in più una lacerazione di rapporti sindacali: alla fine gli rimane solo la Cgil. Questi ultimi sessanta giorni al ministero della Salute si stanno facendo concitati, col signor titolare del dicastero impegnatissimo nella propria campagna elettorale.

 

 

 

NEOASSUNTI

L'altro giorno ha addirittura comiziato a parte dei 697 neoassunti, vincitori di concorso, da poco arrivati al lavoro. Già, perché mentre nel territorio c'è fame di medici e infermieri, la burocrazia di Stato ha trovato risorse oer l'amministrazione. E comunque in pochi hanno risposto all'appello di Speranza: nella piccola sala, il ministro ha parlato per una ventina di minuti e poi ha dovuto chiudere per assenza di interesse, tra gli intervenuti e qualcun altro collegato dal computer. Ma il disastro è nei rapporti con i sindacati, che per un ministro di "sinistra" dovrebbero essere prioritari. Manco per idea, le organizzazioni dei lavoratori lamentano rapporti inesistenti da quando Speranza si è insediato. Di più: nessun dialogo neppure sulla delicata fase di riorganizzazione del ministero con tanto di aumento del bottino delle poltrone dirigenziali. Si passerebbe da 12 a 14 direzioni generali (più il segretario generale già esistente, quindi 15 poltrone ambitissime), spacchettandone diverse, in modo di tentare di far decadere più di un dirigente e sostituirlo con qualcuno più gradito a chi comanda. I sindacati sono talmente arrabbiati che hanno reagito negativamente all'invito a partecipare all'incontro di Speranza con i neoassunti. Cisl e Uil hanno sottoscritto una durissima nota congiunta diffusa ai lavoratori: «Sono anni chele organizzazioni sindacali (...) sollecitano un incontro politico, ma il ministro si ricorda solo ora di convocarci (...) è iniziata la campagna elettorale». Non male. Idem per l'Usb del ministero della Salute: «Non partecipiamo all'incontro», avevano annunciato. E pure Flp. Un capolavoro. Nella stessa giornata il ministro ha visto i direttori generali proprio per parlare del riordino del Ministero della salute. Ovviamente il disegno del ministro vede il favore di qualcuno (pochi) e la totale contrarietà degli altri che vedrebbero azzerati i loro contratti e si potrebbero trovare ad affrontare la nuova gestione con le relative difficoltà di essere riassegnati alle stesse direzioni generali di oggi. E così si resta di fronte ad una situazione davvero delicata. Non si sa ancora quindi se il riordino andrà avanti oppure no perché il "rischio" per tutti, a causa dei lunghi tempi amministrativi e delle complesse procedure di approvazione, è quello di passare il testimone e quindi di dare la gestione importantissima delle nuove nomine sulla sanità che conta al nuovo governo che verrà. Ovvero, quello che avrebbe potuto essere un bocconcino niente male per Speranza potrebbe essere invece il pasto prelibato per il suo successore. Il ministro tanto venerato dal Pd rischia di rimanere a bocca asciutta dopo essersi dato da fare per incassare nomine di livello. Il riordino prevede che il Ministero della salute, si articoli in 14 direzioni generali, con la super direzione generale della programmazione sanitaria (con le sue possibilità di gestire i soldi del Pnrr) e responsabile per la garanzia dei livelli essenziali di assistenza che si va ad aggiungere alla direzione generale della programmazione già esistente e verrà nominato un nuovo direttore generale con competenze importantissime su tutta la sanità che conta (compreso il CTS oggi in bilico).

 

 

 

NOMINIFICIO SPRINT

Altro direttore potrebbe essere nominato alla Direzione generale per le emergenze sanitarie e due già di ruolo andranno alla Direzione generale per la salute mentale e le fragilità mai esistita prima e alla Direzione generale salute e ambiente molto modificata rispetto alle direzioni precedenti. Dunque, un nominificio destinato ad incidere parecchio: i nuovi dg tratteranno gli argomenti più caldi della sanità dei prossimi anni e degli investimenti economia, Lea, Pnrr, programmazione regionale e piani di rientro, emergenza e salute mentale e fragilità dove transita tutta la gestione del monitoraggio delle risorse economiche. 

 

 

 

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