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Puzzer, la menzogna del candidato di Paragone: "Pronto a firmare col sangue"

Tommaso Lorenzini
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Se la candidatura alle prossime elezioni Politiche di Stefano Puzzer, sedicente leader "no pass" dei portuali di Trieste, acquista un certo "significato" lo dobbiamo al lavoro del collega Diego D'Amelio del Piccolo di Trieste il quale, dopo il gran baccano delle proteste al porto triestino contro vaccini e carta verde obbligatori per lavorare, aveva intervistato proprio Puzzer strappandogli quello che oggi appare nella sua esplosività come un manifesto politico tout court. Domanda: «Si candiderà mai alle elezioni?». Risposta di Puzzer: «Assolutamente no. Guarda, ve lo posso firmare col sangue, mi regalate una pagina... una mezza pagina del Piccolo, prendo il mio ditino, lo pungiamo e vi firmo con il sangue che io alle elezioni non andrò mai». Come dire, talmente calato nella parte che ha già cambiato idea, come un politico di lungo corso. E infatti «il mio Amico Stefano... si candida con noi!», annuncia esultando via social Gianluigi Paragone, leader del movimento Italexit, che ha imbarcato anche Andrea Donaggio e Franco Zonta, fondatori assieme a Puzzer del Comitato "La Gente come Noi", gruppo che si occupa di mutuo soccorso e raccolte fondi per gli altri lavoratori «discriminati» dalle regole anti Covid. Attenzione, Puzzer non chiamatelo "no vax", anche se la differenza per molti è davvero sottile come l'ago di una siringa: il nostro infatti ricorda a tutti di avere la doppia dose di vaccino anti Covid, con tanto di positività registrata a inizio 2022, e dunque ha pure il green pass in tasca, seppure si sia sempre rifiutato di mostrarlo a chicchessia.

CHE NOVITÀ

«Il programma politico riguarderà la battaglia contro il vaccino obbligatorio, contro il green pass e contro l'invio di armi all'Ucraina, con una particolare attenzione ai problemi finanziari dell'Italia, che sembra tutti sottovalutino», ha dichiarato Puzzer all'Ansa, evidentemente mettendo sul piatto argomenti orginali e mai sentiti, dirompenti, spiazzanti. Sarà per questo che, commenta Paragone, Italexit (attestata dai sondaggi attorno al 3%) «è una forza credibile, abbiamo preso quei ragazzi che alcuni mesi fa si sono ritrovati con il getto degli idranti addosso. È così che il mio amico, e nostro amico, Stefano Puzzer con Andrea e Franco stanno con noi, la gente che non molla mai». Su questo in effetti possiamo essere d'accordo, Puzzer ha talmente tenuto duro nella sua protesta che la società che gestisce i lavori al porto dopo averlo sospeso lo ha licenziato per giusta causa, tanto che, come spiegava lo stesso portuale al Corriere lo scorso gennaio, per tirare avanti ha dovuto mettere mani ai risparmi e affidarsi pure al bonus Renzi (finché non è stato abolito). Ora, se a qualcuno di voi viene in mente che Puzzer si candida per accomodarsi su una poltona in Parlamento e di conseguenza sui circa 13mila euro netti al mese di stipendio, fatevelo dire, siete delle brutte persone... Della serie "non per soldi, ma per denaro"... Anche perché Puzzer, parole sue, questa maledetta politica l'ha sempre detestata. «Sono uno di quelli che è stato fregato in passato dai 5 Stelle», spiegava tre settimane fa alla Verità, «ora inizio a pensare che il Movimento sia stato costruito ad arte perché la gente perdesse quel poco di fiducia rimasta nei partiti. Ad ogginon andrei a votare, pure se è un mio dovere. Scriverei sulla scheda che non mi sento rappresentato da nessuno, con tanto di firma. E poi chissà se le elezioni ci saranno per davvero: mettessero lo stato di guerra...». Questo nero su bianco il 12 luglio 2022. Un concentrato stupefacente: complottista sul complotto 5Stelle; la folgorazione sulla via del Parlamento; la visione netta, profetica e strategica sul futuro; l'ennesima firma a suggellare la propria autodeterminazione (abbiamo visto com' è finita quella storia del sangue...).

 

SEMPRE ROCCO

Nel frattempo, se nonostante la celebrità data dalle scorribande di Puzzer per l'Italia (aveva anche ricevuto un "divieto d'accesso" a Roma dopo una protesta con tanto di banchetto in Piazza del Popolo per i soliti motivi "no pass etc") per scoprire che faccia abbia avete dovuto cercare su google, nel variegato album di chi si candida alle elezioni spicca il volto notissimo di Rocco Casalino. Pensavamo di essercene liberati, invece dopo essere stato licenziato dal ruolo di portavoce dei 5Stelle, l'ex gieffino ed ex uomo di fiducia di Giuseppe Conte sarà candidato capolista con i Cinque Stelle in Puglia. Blindato, a ripagare la fedeltà mostrata lungo le traversie della militanza. Cinque Stelle (e sinistra) che hanno chiesto la disponibilità anche al giornalista del Fatto, l'amico Andrea Scanzi. «Ringrazio, ma ribadisco: neanche morto», la sua risposta, in quello che fra ego e ragione pare essere un duello all'ultimo sangue, «se mi candidassi, sarei proprio idiota. Più facile che diventi fan di Achille Lauro». Pare che abbia detto no a Santoro la professoressa Donatella Di Cesare, da sempre molto critica sull'interventismo in Ucraina (ma potrebbe diventarne lo spin doctor), la sorpresona invece la piazza Carlotta Toschi, pasionaria del mondo Lgbt che si candida con il cattolicissimo Mario Adinolfi e Simone Di Stefano per "Alternativa per l'Italia": «Ho respirato freschezza». Amen.

 

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