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Vittorio Sgarbi, "chi posso strappare al Pd": la bomba prima del voto

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Tutti lo vogliono. Vittorio Sgarbi, come lui si definisce, è il "Vasco Rossi" della politica. A tiralo per la giacchetta - almeno secondo lui -, non solo Giorgia Meloni ma anche gli altri leader del centrodestra. Lui, però, preme per presentare al proporzionale il simbolo di Rinascimento col suo stesso nome insieme al simbolo di Noi con l’Italia, il partito di Maurizio Lupi che non ha bisogno di raccogliere le firme. "Metti caso che hai Vasco Rossi che sta in coalizione con te. Che cosa fai, gli dai un collegio blindato e tanti saluti? Oppure fai in modo che quel nome porti consensi a tutta l’alleanza? - chiede sulle colonne del Corriere della Sera, giustificando la sua richiesta -. Davvero, io non capisco. Però dai, vediamo in un modo o nell’altro di risolverla".

 

 

Il riferimento è proprio a Lupi. Se infatti inizialmente questa soluzione sembrava data per fatta, ora le cose sono cambiate. Guai però parlare di litigi. "Non voglio polemizzare con Lupi - premette - Lui è un ragazzo buono, semplice, sincero. Ma, dico io, mi volete usare nel simbolo? Io da solo prendo dall’1 all’1,5%, a prescindere dalla coalizione. In un Comune di duemila elettori, venti voti non me li toglie nessuno. Pensa poi nelle grandi città! Questi consensi li posso portare dentro, possono essere decisivi".

 

 

Dall'altra parte il leader di Noi con l'Italia teme che gli elettori, a causa di diversi simboli nel tondino, possano confondersi. Il critico d'arte comunque non ne vuole sapere: "Posso strappare Tommaso Cerno al Pd, e sono qualche decina di migliaia di voti. Luca Palamara ci starebbe, e lui di voti ne vale almeno sessantamila. Poi c’è il generale Mori, altri voti. Il colpo da maestro, che ho già pronto, sarebbe il direttore d’orchestra Alberto Veronesi, figlio di Umberto Veronesi, che ha già fatto una bella campagna elettorale per le Comunali a Lucca. E Morgan? È problematico, ma Morgan varrebbe centomila voti da solo". Insomma, per il deputato solo così si può evitare che i voti confluiscano nella forza politica di Calenda. 

 

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