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Università l'ultima vergogna: un corso per attaccare "Libero"

Massimo Sanvito
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Già che c'erano, perché non hanno dato appuntamento agli studenti direttamente in uno qualsiasi dei centri sociali disseminati per la città più rossa d'Italia? Perché non hanno messo alla lavagna un esponente di Potere al Popolo? Perché non hanno stampato la falce il martello sul programma del seminario? Avrebbero fatto prima, e sicuramente meglio, anziché trasformare l'aula in una sede di partito e le lezioni in comizi di estrema sinistra. Così, perlomeno, avrebbero evitato di sporcare il simbolo dell'Università, luogo di democrazia e formazione per eccellenza, senza affibbbiarlo alla presentazione distribuita banco per banco dalla professoressa. Bologna, Alma Mater Studiorium, facoltà di Scienze Politiche. O Scienze dell'Antagonismo militante?
 

 

PLOTONE D'ESECUZIONE Succede che del percorso di studi fa parte anche un corso obbligatorio che si chiama Sociologia della Cultura, il che vuol dire tutto e niente. Poi, però, tra le pieghe ecco il seminario sulle migrazioni. Zac. Un autentico plotone d'esecuzione per impallinare chiunque osi opporsi all'accoglienza sfrenata delle decine di migliaia di clandestini che, sedotti e abbandonati da Pd e compagni, finiscono per popolare i margini delle nostre città e le pagine di cronaca nera. E hanno messo al muro pure Libero, dedicandogli un'apposita slide con un collage di titoli bollati dalla docente come «xenofobi, razzisti, diffusori d'odio». Alla faccia della libertà d'espressione. Ci duole però notare che - come potrete anche notare dell'immagine qui a fianco- questi ultras dell'immigrazione irregolare si sono pure inventati frasi mai pubblicate. E sarebbero loro i paladini anti-fake news? La brama di screditare a prescindere chi ha un'opinione diversa dalla tua gioca brutti scherzi e ti porta a rimediare sonore figuracce...
«Un corso assolutamente a senso unico, schieratissimo politicamente, dove quasi tutti gli studenti concordavano con le tesi esposte e i pochi che non lo erano, come me, si facevano venire il mal di pancia e stavano zitti. Sai, a un certo punto sei obbligato ad adeguarti perché altrimenti mica passi l'esame...», ci racconta uno degli universitari che suo malgrado si è trovato costretto ad ascoltare e leggere gli attacchi multipli agli esponenti di centrodestra Salvini su tutti - e alla stampa non allineata al pensiero unico tanto caro alla sinistra. «I titoli del vostro giornale ci sono stati presentati come una distorsione della realtà. Capite bene che in un contesto del genere è difficile trovare il coraggio di parlare liberamente di politica: a Bologna, se dici che sei di destra, a prescindere sei un lurido razzista, fascista, omofobo».
 

 

NOVELLI CHE GUEVARA Bene, si fa per dire, ma questo corso per novelli Che Guevara lo proponeva o no qualche spunto su come gestire l'immigrazione? Certo. Parola d'ordine: integrazione. «L'idea di fondo era quella di due visioni differenti: da un lato l'accoglienza propugnata dalle ong, dall'altro la politica dei porti chiusi che ha salvato vite umane e ridotto lo sporco lavoro dei trafficanti di esseri umani», spiega il ragazzo. Indovinate un pò da che parte pendeva il seminario? Non c'è nemmeno bisogno di dirlo. E il fatto di essere dalla parte opposta a quella dei maestrini del politicamente corretto è per noi di Libero la notizia più rassicurante.

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