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Letta stai sereno, è la democrazia: chi vince governa, chi perde no

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Enrico Letta

Matteo Mion
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Il Prof. Letta, a corto di idee e consensi, agita il pericolo che il centrodestra cambi autonomamente la Costituzione in caso di schiacciante vittoria elettorale: «È a rischio la democrazia», dichiara urbi et orbi il segretario Pd. No, caro Enrico, non è a rischio la democrazia, è la democrazia, anzi l'esercizio del diritto di voto è la massima espressione della democrazia. Se gli italiani tra qualche settimana daranno mandato e numeri a Meloni & C. per governare e modificare la Carta costituzionale - ad esempio in senso presidenzialista - non c'è proprio nessun pericolo, ma solo ed esclusivamente un atto di volontà chiaro e deciso dei cittadini. Quello che Lei chiama pericolo è la quintessenza della democrazia il cui senso etimologico è governo del popolo. Ora è probabile che un'affermazione così giuridicamente stralunata di un ex premier sia da addebitare alla completa assenza di lucidità per l'approssimarsi di una storica débâcle da raccontare agli studenti della Sorbona, ma sotto sotto cova il solito elitario doppiopesismo sinistro. Ovvero, se i connazionali votassero in massa Pd, allora la modifica costituzionale sarebbe una pregevolissima manifestazione democratica del paese, se il partito votato non è rosso, allora gli ex compagni strillano al lupo, al lupo. Il giochino di quanto puzza la democrazia se non la dirigiamo noi progressisti, ormai provoca nausea proprio agli elettori tutti. È in gioco, egregio professore, il principio di autodeterminazione del popolo italiano e per di più con una legge elettorale votata dal suo partito. Anzi, diciamocela tutta: è arrivato il momento che dall'urna esca una chiara e netta maggioranza, qualunque essa sia, e non il solito pasticcio che consenta ai partitini dello zero virgola di indirizzare a suon di ricatti e ribaltoni le politiche della nazione.

 

 

Non c'è nessun pericolo se non quello di esercitare la democrazia nella sua forma migliore (il voto) e avere un governo forte e, ancor meglio, se sarà così numericamente forte da poter ammodernare la Costituzione in presenza comunque del vaglio di legittimità della Corte costituzionale. Se poi i connazionali, che non sono scemi, non saranno soddisfatti delle leggi del centrodestra, tra cinque anni torneranno al seggio liberi di votare l'altro schieramento per ottenere risultati diversi.

 

 

Nei paesi occidentali civili funziona così: chi vince, governa! Invero l'unica eccezione a questo sacro principio è proprio l'Italia dove il Pd siede troppo spesso nell'esecutivo senza mai vincere le elezioni. E probabilmente l'assenza di proposte di sinistra in favore di ammiccamenti sempre più melliflui con l'establishment finanziario, nonché il continuo agitare tragicomiche derive eversive convincono ogni giorno di più gli italiani a mettere la crocetta sulla coalizione di centrodestra. Stia sereno Prof. Letta, l'unico reale pericolo all'orizzonte è l'estinzione della sinistra dal Parlamento: magno cum gaudio! 

 

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