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Senatore maniaco, "mani sotto la gonna tra le parti intime": la denuncia di una donna

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Una donna ha confessato le molestie subite da un senatore. Nessun nome e nessun cognome, l'unico indizio dato è che l'uomo accusato è "un senatore della Repubblica, candidato alle prossime elezioni e ai piani alti di uno dei principali partiti di questa campagna elettorale". Così lo descrive Fanpage, che ha raccolto la testimonianza della presunta vittima. Peccato che in serata sia arrivato un comunicato di Azione che in realtà dà una versione completamente opposta della vicenda. "Da un anno il Senatore Richetti ha denunciato alla magistratura e alla polizia postale attività di stalking e minacce riconducibili a una donna già nota alle forze dell’ordine. Attraverso messaggi contraffatti, finti account social e telefonate, la persona in questione sta molestando da mesi il Senatore e la sua famiglia. Tutto il materiale è in mano alla magistratura". E annuncia: "Il senatore che in questa vicenda è parte lesa, non essendo mai stato neanche denunciato dalla donna in questione, procederà legalmente per difendere la sua onorabilità in tutte le sedi".

 

 

La donna aveva raccontato a Fanpage del primo incontro avvenuto nella sede del partito, e aveva svelato che poco dopo il faccia a faccia il senatore l'aveva riempita di messaggi ambigui. Molti con riferimenti sessuali espliciti. Poi il secondo appuntamento, questa volta nel suo ufficio istituzionale, nell’edificio che guarda proprio Palazzo Madama. Ed è qui che il parlamentare secondo il racconto invitava la ragazza a sedersi su un divanetto, prendeva il telefono e chiamava uno dei vertici del partito: "Ho qui la persona che ti sostituirà". Dopo aver riattaccato il telefono, il politico passava al ricatto: "Ho fatto quello che volevi, adesso tocca a te". A quel punto il parlamentare l'avrebbe baciata, al suo rifiuto le metteva le mani sotto la gonna toccandole le parti intime. Poi la giovane si liberava e scappava. 

 

 

La donna aveva raccontato che al solo pensiero di essere denunciato, il senatore passava al contrattacco e mandava l'anticrimine in casa della giovane. La denuncia? Diffamazione e stalking. "Non abbiamo niente in mano, l’ha fatto per darti una lezione". ammetteva lo stesso capo ispettore. 

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