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Matteo Salvini "ricatta Meloni"? Repubblica tocca il fondo, la Lega insorge

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Tutto come previsto. Fango, illazioni, il tentativo ostinato di spaccare il centrodestra: questo il menù che ci sta offrendo la stampa progressista dal verdetto delle urne e delle illazioni politiche. Già, ci si gioca la carta della disperazione. Peccato che il gioco sia molto sporco. 

Eccoci dunque all'ultimo atto in ordine cronologico. La serie, c'è da scommetterci, è destinata ad allungarsi. E parecchio. Il tutto viaggia su Repubblica, il quotidiano diretto da Maurizio Molinari, che titola a tutta pagina: "Il ricatto di Salvini". E quale sarebbe, il ricatto di Matteo Salvini? E rivolto contro chi? La risposta alla seconda domanda è semplice: Giorgia Meloni ovviamente, poiché la narrazione di Repubblica è questa. Obiettivo, altrettanto ovviamente, spaccare il centrodestra.

 

Ma di clamoroso c'è il "ricatto" di cui dà conto Repubblica, il quale viene riassunto in questo virgolettato attribuito al leader della Lega: "Voglio il Viminale altrimenti sarà appoggio esterno" al nascente governo di centrodestra con, si presume, Meloni premier. E ancora, si legge in prima pagina sul quotidiano di Molinari: "Finisce male il primo vertice tra Meloni e il segretario del Carroccio".

Va da sé, la smentita è piovuta a tempo record. "Ieri ha smentito presunti virgolettati Giorgia Meloni, oggi smentisce Matteo Salvini, domani a chi toccherà? Le frasi attribuite al leader della Lega nei retroscena odierni sono totalmente false: il centrodestra ha stravinto le elezioni e governerà bene e senza spaccature per i prossimi anni. La sinistra e i suoi giornali si rassegnino: ieri Salvini e Meloni hanno parlato serenamente di come affrontare i problemi del Paese". Questa la nota diffusa dalla Lega intorno alle 8.30 del mattino.

 

Già, perché alla vigilia era stata la leader di Fratelli d'Italia a dover smentire in questo caso La Stampa, l'altro quotidiano che ha fatto del tentativo di infangare e spaccare il centrodestra la sua missione. In questo caso il virgolettato era attribuito alla Meloni:" Non lo voglio, è vicino a Putin". Il soggetto, ovviamente, Salvini. La smentita, anche in questo caso, era arrivata nel giro di pochi secondi. Dove vogliono arrivare?

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