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Roberto Calderoli, l'ultimo colpo: come toglie un deputato al Pd

Elisa Calessi
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Forse solo la Kaballah o l'estrazione a sorte, come ironizza Roberto Calderoli, ci salverà. A tre giorni dall'inizio della legislatura, infatti, ancora non si sanno con certezza i nomi degli eletti. E dire che lunedì Montecitorio e Palazzo Madama si sono attrezzati per registrare i nuovi deputati e senatori, tra foto di rito, consegna del tesserino e degli accrediti per i servizi digitali. Ma non è solo un problema dei singoli, molti dei quali ancora non sanno se dovranno lasciare un lavoro e trasferirsi a Roma, o no. È che dal 13 ottobre si riuniscono le Camere per eleggere i presidenti dei due rami del Parlamento: le assemblee devono essere al completo e con i nomi giusti, se no rischia di essere non valida l'elezione. La colpa è dell'infernale macchina del Rosatellum. La fase di assegnazione dei seggi, già complicata, lo diventa ancora di più per via delle pluricandidature e del sistema, diventato l'incubo degli aspiranti eletti, del flipper (per cui quando ci sono pluricandidature, i seggi scattano seconda una logica complicata).

 

 

 

ERRORI

Ieri ha tenuto banco il caso della Calabria, dove le stesse Corti di Appello, chiamate a certificare le elezioni, si sono sbagliate, come ha denunciato il senatore leghista Roberto Calderoli: «Dopo gli errori da parte del ministero degli Interni nel calcolo dell'attribuzione dei seggi alle ultime elezioni Politiche, errori poi corretti dietro mia indicazione sulle modalità dell'errore commesso, ora la stessa cosa rischia di accadere a livello delle Corti d'Appello». E ha citato il caso di Catanzaro, dove erano stati attribuiti nove seggi anche se la legge ne prevede otto. E concludeva: «L'errore è evidente, i seggida assegnare al Pd sono uno e non due, ma se il buongiorno si vede dal mattino chissà cosa accadrà in tutte le altre Corti d'Appello d'Italia. Dopo gli errori e dopo i ritardi a cui stiamo assistendo mi auguro chela Corte di Cassazione metta definitivamente fine a questa sarabanda di improvvisati e comunichi in tempi brevissimi i proclamati provvisori». Calderoli ha allegato poi, un verbale della Corte d'Appello di Catanzaro, da dove emerge «chiaramente che la somma dei seggi attribuiti è nove a fronte degli otto previsti dalla legge». Quindi ha allegato «un altro successivo verbale in cui viene risistemato tutto, facendo tornare a otto il numero dei seggi». Conclusione: «A questo punto se gli eletti, o gli aspiranti tali, devono affidarsi agli scienziati del ministero degli Interni o a quelli delle corti d'Appello, se a tutto questo non pone rimedio la Cassazione, allora tanto vale ricorrere all'estrazione o alla "Kabbalah"».

 

 

 

IL RICHIAMO

Finalmente a sera, la situazione si è risolta, come ha annunciato lo stesso Calderoli: «Ancora una volta avevo ragione io!». I seggi sono stati redistribuiti come sosteneva il leghista. «Ma è possibile che ogni volta per attribuire dei seggi a livello nazionale o a livello di circoscrizione di Corte d'Appello debba esserci il richiamo di Calderoli? Io credo di no. Le competenze che ho io dovrebbero averle anche i magistrati e tutti i funzionari pubblici coinvolti in questa macchina elettorale». Poi c'è il caso di Napoli e provincia, dove non si sa ancora chi siano gli eletti. Tutto per "colpa", si fa per dire, del successo del M5S, per cui si contano più eletti di quanti sono i candidati. Nella circoscrizione che comprende il capoluogo campano e il circondario, il M5S ha preso il 41,36% dei voti e ha vinto tutti i collegi uninominali. E così il sistema di assegnazione dei seggi è sballato. Il M5S ha eletto sette persone nei collegi uninominali ma ne ha guadagnato altri sei nei listini. Il fatto è che nel listino ci sono solo Sergio Costa e Carmen Di Lauro, già eletti nei collegi uninominali, più il leader Giuseppe Conte, anche lui eletto in altre circoscrizioni. Insomma, ci sono più seggi che persone. Per cui, per riempire le caselle, bisogna pescare da altre Regioni. Ma con che modalità, è tutto da capire. «Meccanismo demenziale», ha accusato Vincenzo De Luca, governatore della Campania: «In Italia -, ha detto, - abbiamo costruito un meccanismo elettorale così demenziale che davvero ad oggi non si sa quanti sono gli eletti per i singoli partiti. Di questo ovviamente dobbiamo ringraziare tutte le forze politiche che non hanno avuto la capacità di approvare una legge elettorale decente, ma in modo particolare i Cinque Stelle che hanno preso in giro l'Italia facendo una grande operazione demagogica con la riduzione del numero dei parlamentari». Infine: dopo un nuovo conteggio a Lecce, è entrata alla Camera Elisabetta Piccolotti, moglie di Fratoianni, inizialmente risultata non eletta. È un caos.

 

 

 

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