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Luigi Di Maio, Vittorio Feltri brutale: "Ecco cosa gli auguro"

Vittorio Feltri
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Luigi Di Maio da astro nascente è diventato in fretta astro morente, avendo abbandonato il Movimento 5 stelle per fondare un suo partitino di cui nessuno ricorda il nome essendo questo defunto nella culla.

Il problema è che anche lui, il virgulto di Beppe Grillo, ha tirato le cuoia alle ultime elezioni vinte da Giorgia Meloni con largo margine di vantaggio sugli avversari. La vicenda di Luigino mette tristezza anche a chi lo ha combattuto. Nessuno pensava che sarebbe sparito dopo essere stato protagonista nel complicato mondo dei senatori e dei deputati. Tutti gli italiani ricordano una scena trasmessa in televisione nelle ore di punta. Di Maio che si affaccia sulla piazza gremita di folla e annuncia al popolo che il governo, di cui egli era esponente di spicco, aveva sconfitto la miseria nel nostro vituperato Paese. Cosa era successo? Il Parlamento, e ovviamente Palazzo Chigi, avevano approvato il cosiddetto Reddito di cittadinanza, ossia un mensile ai nullafacenti, cioè i disoccupati, molto numerosi nella regione, la Campania, dove il giovane leader, ormai ministro, è nato. 

 

Lo stipendio agli sfigati e ai lazzaroni è stato il capolavoro legislativo tenuto a battesimo da Luigino, naturalmente napoletano, un ragazzo che molti hanno sfottuto ingiustamente in quanto prima di entrare nel Palazzo era entrato allo stadio partenopeo a vendere bibite e piccoli prodotti alimentari. La qual cosa invece gli fa onore, perché non esistono lavori umili, ma lavori tutti dignitosi per qualsiasi uomo o donna. Il problema è che il giovanotto adesso, essendo disoccupato poiché ha perso il seggio, per guadagnarsi da vivere dovrà inventarsi un mestiere. In attesa di trovarlo gli consigliamo di accedere al reddito di cittadinanza che sembra inventato apposta da lui per se stesso. Lo diciamo con affetto. Quando un uomo cade in disgrazia infatti noi non ci accaniamo su di lui, una questione di stile cui non rinunciamo. 

 

Pertanto gli auguriamo di avere presto una occupazione di alto livello e allo stadio ricominci ad andarci per vedersi le partite di calcio e non per abbeverare gli spettatori. Confesso inoltre di nutrire qualche simpatia per l'ex eroe al quale rimproveriamo solo una cosa: ha sbagliato per eccesso di presunzione a lasciare il partito guidato da Conte per fondarne uno suo che potrebbe essere manovrato solo da Pulcinella. Buona fortuna, Luigino. Si consoli col fatto che il Napoli è primo in classifica nel campionato, a fianco della mia Atalanta.

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