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Quirinale, Breda: "Possibile ogni variabile", chi potrebbe ricevere l'incarico

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Come si presenteranno Meloni, Salvini e Berlusconi non è un problema del Quirinale. Al presidente della Repubblica interessa solo che abbiano i numeri per dimostrare di essere uniti e coesi e un nome solo del premier che vorrebbero. Dopodiché la strada è in discesa. "Fino a pochi giorni fa l'appuntamento delle consultazioni di Sergio Mattarella sembrava un facile esame di aritmetica politica, con un nome ovvio da pronunciare: quello di Giorgia Meloni. In realtà, dopo lo scontro tra lei e Silvio Berlusconi la sfida di far nascere un governo di centrodestra si è complicata", scrive Marzio Breda sul Corriere della Sera.

 

 

Ma il centrodestra dovrebbe riuscire a superare le tensioni e le divisioni di questi giorni e su questo il presidente è fiducioso nonché pronto "a qualsiasi variabile". Per esempio, se "al momento di proporre il suo candidato per Palazzo Chigi, Berlusconi prendesse tempo con un 'ci voglio pensare un po'', il capo dello Stato si vedrebbe inibita la possibilità di dare un mandato a Meloni". Inoltre "sarebbe poco praticabile anche un pre incarico, come quello che ebbe Bersani nel 2013 da Napolitano, tentativo che dopo inutili sforzi non si tradusse mai in un incarico pieno". Mattarella, poi, "non farebbe davvero un favore alla leader di FdI, posto che lei accettasse di correre un analogo azzardo nella consapevolezza di non essere più ripescata qualora ne uscisse sconfitta".

 

 

Il capo dello Stato potrebbe "prendere tempo, convocando un consulto supplementare, ma lo sconsiglia la difficile situazione generale, che non permette uno stallo". O ancora, potrebbe "affidarsi a un 'esploratore', e in tale eventualità il nome è quello di Ignazio La Russa, seconda carica dello Stato e storico interlocutore dei duellanti. Ma se ci si riducesse a questo vorrebbe dire che, tornando alla matematica, saremmo a zero", conclude Breda.

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