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Audio Berlusconi, la notifica dello smartphone incastra la talpa?

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Un danno all'immagine del centrodestra e ancor più a quella del governo nascente. L'audio rubato di Silvio Berlusconi su Vladimir Putin e la guerra ha dato il via a una vera e propria caccia all'uomo. In queste ore non si fa altro, tra gli azzurri, che cercare la talpa o le talpe. Si fa largo infatti l'ipotesi che il "tranello" sia stato pianificato da qualcuno che non era neppure presente a Montecitorio.

 

 

 

Un rappresentante di Forza Italia a Palazzo Madama avrebbe rivelato al Cavaliere un'ipotesi che potrebbe anche risultare piuttosto concreta: "Presidente - riporta il Corriere della Sera -, della storia dello scambio di regali con Putin", la vodka e il lambrusco, "lei aveva già parlato nel discorso ai senatori. E se qualcuno, ascoltandola al Senato e immaginando che lei l'avrebbe ripetuta anche ai deputati, avesse azionato la manina di Montecitorio?".

 

 

Ecco allora che si cercano le prove: in primis la distanza dell'autore della registrazione da Giorgio Mulè, la cui voce si sente nitidamente nell'audio ("Non è il caso, presidente, ci sono le finestre aperte"). Proprio lui, neo vicepresidente della Camera, ha ammesso di avere "un sospetto", ma esclude "che si tratti di uno dei nostri parlamentari" e aggiunge che l'autore "si deve vergognare per il danno fatto al nostro Paese". Dello stesso parere il capogruppo Alessandro Cattaneo: "Escludo che sia stato un deputato, c'erano degli accompagnatori". E nelle riunioni di Forza Italia c'è chi studia i telefonini. Sì, perché il suono della notifica del cellulare che si sente interrompere ogni tanto la registrazione, esclude un modello di smartphone "molto diffuso tra i nostri". Eppure il giallo rimane. 

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