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Marcello Sorgi, il guaio "sventato da Crosetto": cos'ha rischiato il governo

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L’esecutivo guidato da Giorgia Meloni ha deciso di rimettersi al Parlamento sul tema dell’invio di armi all’Ucraina. Alla Camera è stata approvata la mozione del centrodestra, con parti del documento - che contiene anche il via libera sui rifornimenti militari per Kiev - che sono state votate anche dall’opposizione. La mozione impegna il governo “a sostenere le iniziative normative necessarie a prorogare fino al 31 dicembre 2023 l’autorizzazione, previo atto di indirizzo delle Camere, alla cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari alle autorità governative dell’Ucraina”.

 

 

Ma come mai l’esecutivo ha deciso di non ricorrere a un emendamento, ma a un nuovo decreto a parte, per ottenere da senatori e deputati il via libera a un nuovo invio di armi in Ucraina? Secondo Marcello Sorgi si può parlare di un altro intervento di “moral suasion” del presidente Sergio Mattarella: “Meloni, d’intesa col Colle - si legge su La Stampa - avrebbe deciso di riservare a questa materia un provvedimento ad hoc, per evitare di trovarsi con la doppia contestazione delle opposizioni sul merito e sul metodo”.

 

 

Così facendo la premier ha ottenuto un doppio risultato: “Oltre a venire incontro alle raccomandazioni del Capo dello Stato sull'omogeneità del contenuto dei decreti, l'appuntamento alle Camere per l'invio di armi finirebbe così per mettere in risalto le divisioni dell'opposizione, a vantaggio del governo”. Sorgi ha però fatto notare anche un “pasticcio” che ha rischiato di combinare l’esecutivo, che stava per intrecciare il tema delle armi con quello del commissario alla Sanità in Calabria: “Lo stop and go dei ministri Crosetto (Difesa) e Ciriani (Rapporti con il Parlamento) segnala che il rodaggio del governo non è ancora compiuto”.

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