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Majorino, ecco tutte le balle su Covid e sanità

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Mancano ventidue giorni all’apertura delle urne per le regionali in Lombardia e il livello dello scontro si alza dal punto di verbale, ma precipita da quello morale. Ad agitare fantasmi e a raccontare bugie piuttosto gravi è soprattutto che è indietro nelle rilevazioni, come i due candidati di sinistra, Pierfrancesco Majorino e Letizia Moratti. Il primo soprattutto sembra non riuscire più a contenersi nelle sparate. L’altro ieri, in un tour nella bergamasca nel quale ha visitato due luoghi simbolo del Covid - Alzano Lombardo e Nembro- il candidato del Pd ha sparato a zero contro la delibera sulle Rsa. Ieri è andato oltre spiegando che «il sistema sanitario lombardo è in ginocchio». Frasi forti, pronunciate da chi si vede già sconfitto e cerca di agitare paure per provare a racimolare qualche voticino in più.

La verità è che sul Covid e la gestione lombarda, fin dal primo giorno Majorino racconta una sua verità che, malauguratamente per lui - e fortunatamente per tutti gli altri - non corrisponde alla realtà dei numeri e dell’attività giudiziaria del tribunale. Partiamo dalla famosa delibera dell’8 marzo 2020 che - secondo la sinistra avrebbe inserito nelle Rsa dei malati di Covid che avrebbero favorito l’accelerazione del virus nelle case di riposo con le conseguenze che tutti ricordiamo. Ebbene, quella che Majorino spaccia per ora colato, in realtà è una patacca, pure fatta male. Per tutta una serie di motivi che proviamo a riassumere.

 

LE ARCHIVIAZIONI
Innanzitutto i pazienti trasferiti non erano a contatto con gli ospiti delle Rsa, ma sistemati in strutture fisicamente staccate da quelle degli ospiti delle Rsa. E questa è una circostanza che è stata accertata anche dalle indagini degli inquirenti. Poi c’è il fatto non secondario che in tutta la Lombardia, da Mantova a Milano a Pavia, le inchieste aperte si sono concluse con la richiesta di archiviazione avanzata proprio dalla pubblica accusa. Infine la Commissione d’inchiesta che ha lavorato al Pirellone ha accertato due cose piuttosto interessanti che, manco a dirlo, smentiscono la ricostruzione farraginosa di Majorino: la prima è che le undici Rsa che hanno aderito alla delibera «non sono tra quelle con il tasso di decessi più elevato»; la seconda è quella che fa notare come «uno studio scientifico che ha messo a confronto 21 Paesi, ha rilevato che, in media, i decessi per Covid nelle Rsa rappresentano il 46% di tutti i decessi per Covid» e che «i dati lombardi sono sovrapponibili a quelli di molte realtà internazionali».

 

Poi c’è la questione della mortalità relativa alla sanità territoriale, quella che secondo il Pd avrebbe fallito in Lombardia. Ebbene secondo i numeri che trovate nella tabella qui sopra, durante la prima ondata del Covid, secondo l’Istituto Superiore di Sanità, il dato lombardo è sotto la media nazionale, mentre a fare notizia dovrebbero essere le “rosse” Emilia Romagna e Toscana. Ma anche su questi numeri il candidato dem tace. Tra l’altro la posizione di Majorino sul Covid è talmente fragile che nei giorni scorsi persino il suo capolista, il virologo Fabrizio Pregliasco che durante il Covid ha lavorato ajorino (Ftg) fianco a fianco con la giunta lombarda, ha preso le distanze dalle teorie strampalate del suo candidato governatore.

Per quanto riguarda le accuse di una «sanità lombarda in ginocchio», la risposta è arrivata dal segretario regionale della Lega in Lombardia, Fabrizio Cecchetti: «Puntuale come ogni giorno arriva la fake news di Majorino, che oggi ci spiega che il sistema sanitario lombardo è “crollato”. È così crollato -prosegue Cecchetti - che la Lombardia ospita ogni anno quasi 200mila cittadini da altre Regioni che scelgono l’eccellenza degli ospedali lombardi per farsi curare. Tutte queste persone - si chiede l’esponente leghista - perché verrebbero a farsi curare in un sistema crollato? Ma dobbiamo andare avanti con queste fake news per altre tre settimane, speculando sulla salute e sulle persone malate e fragili?». Sulla questione è intervenuto anche il governatore Attilio Fontana. «Credo che tutti e due, Majorino e Moratti, siano in difficoltà e cerchino di spaventare i cittadini».

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