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Schlein, "chi salta nel Pd". Ore drammatiche

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A poche ore dall’assemblea nazionale è stato raggiunto un accordo - non scontato - tra Elly Schlein e Stefano Bonaccini. Quest’ultimo sarà il nuovo presidente del Pd: una carica di peso, ma meno importante di un ruolo nell’esecutivo dem. L’intenzione della nuova segretaria è di tirare dritto per la sua strada, basata sull’unità del partito ma anche e soprattutto sulla chiarezza della linea politica. 

 

 

Di conseguenza la volontà è di scegliere i profili che ritiene più indicati per ciascuna delega. A partire dai capigruppo, che difficilmente saranno ancora Debora Serracchani e Simona Malpezzi: potrebbero saltare entrambe se la Schlein dovesse optare per due persone di fiducia, ma non è escluso una delle due cariche possa andare alla minoranza del partito. Stando a quanto riporta il Corriere della Sera, un’ipotesi gettonata riguarda Francesco Boccia al Senato in quota Schlein e Simona Bonafè alla Camera in quota Bonaccini. 

 

 

Avere il controllo dei gruppi parlamentari è ovviamente importante per impostare l’azione di opposizione al governo di Giorgia Meloni. Nell’ultima settimana la Schlein ha già dato un assaggio della direzione che intende prendere con il Pd. Ad esempio, durante l’audizione di Matteo Piantedosi in Commissione la segretaria e le altre forze di opposizione hanno chiesto le dimissioni del ministro per la strage di Cutro. E ancora: la difesa della legge sulle madri detenute e lo scontro con la maggioranza sull’elezione dei giudici speciali. 

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