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Renzi-pigliatutto: ecco gli altri calendiani che passano a Italia Viva

Pietro De Leo
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Ormai è un assedio condotto a suon di travasi. E le figure che componevano quella che fu la cabina di comando cittadina di Azione a Roma, da cui presentarono le dimissioni qualche mese fa, passano con Italia Viva. «Come dirigenti e componenti della ex segreteria di Azione abbiamo deciso di lasciare il partito per aderire convintamente al progetto di costruzione del Terzo Polo con Italia Viva. Non si tratta di scippo – scrivono gli artefici dell’addio in una nota- ma della nostra volontaria richiesta di adesione ad un partito, Italia Viva, che sta assumendo sempre di più il ruolo di primario interlocutore con tutti quei soggetti politici e movimenti che si riconoscono nella famiglia europea dei rifomisti, democratici e liberali e che auspichiamo si uniranno alle prossime elezioni europee sotto le insegne di Renew Europe».

 

 


Dunque l’antologia degli addii da Azione per Italia Viva, che ha raggiunto lo zenith qualche giorno fa con il passaggio dal lido calendiano a quello renziano della deputata Naike Gruppioni e della consigliera regionale Giulia Pigoni, è il cuneo che allarga lo strappo. E che siamo di fronte ormai ad un redde rationem lo dimostra la girandola di reazioni. Il Riformista, quotidiano di cui Renzi è direttore editoriale, pubblica una pagina con la geografia degli addii da Azione, e Calenda twitta contro. Poi c’è la puntualizzazione che arriva, in serata, da “fonti” del partito dell’ex ministro dello Sviluppo, a proposito degli ex dirigenti romani, che fa una questione di forma: quel comunicato, viene detto, «è una falsità», in quanto «i firmatari non sono membri di alcun organo direttivo.

 

 

Sono le persone di riferimento dell’ex segretaria di Roma, Noemi Scopelliti, decaduta a novembre del 2022 per le dimissioni della maggioranza del direttivo romano che ha così sfiduciato la Scopelliti. Tra le ragioni, oltre a quelle politiche, proprio la creazione di una “segreteria” che non era né prevista né consentita dalle regole. Insomma –proseguono- non sono dirigenti. Erano membri di una segreteria posticcia e sono stati sfiduciati». Un rompicapo in punta di regolamento in mezzo al fragore delle liti. In cui assume i contorni di un espediente tattico quanto emerso ieri durante la riunione dei parlamentari di Italia Viva: in vista del summit della settimana prossima tra tutti gli eletti del Terzo Polo, i renziani auspicano che i gruppi rimangano uniti e che addirittura si prosegua il lavoro per la lista unica alle europee. 

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