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Vicenza, Possamai: "Perché non ho voluto qui Elly Schlein"

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Si chiama Giacomo Possamai, ha 33 anni ed è il nuovo sindaco Pd di Vicenza. Un'impresa, la sua, dato inizialmente sfavorito in modo nettissimo dai sondaggi. Di fatto, l'unica vittoria di rilievo per i dem in questa per loro disastrosa tornata di elezioni amministrative. L'unica vittoria di rilievo che, però, va di traverso ad Elly Schlein, la segretaria che ha messo la firma su questo rovinoso flop e che ora è già nel mirino della dirigenza del partito. Vittoria che ad Elly va di traverso perché Possamai, nel corso della campagna elettorale, si è affrancato dalla leader, ne ha preso le distanze, tanto da chiederle di non presentarsi a Vicenza per la campagna elettorale.

E il giorno successivo alla vittoria, il giovanissimo primo cittadino parla con Repubblica, a cui spiega perché non ha voluto Elly Schlein nella sua città: non la ha voluta "perché noi abbiamo fatto una campagna elettorale per la città", risponde un pizzico evasivo. Dunque, quando gli fanno notare che tutti i leader del centrodestra sono passati per il capoluogo veneto, replica: "Trasformando questa elezione in un derby romano. È proprio quello che non m’interessava fare. È stata una scelta condivisa con gli altri alleati. Noi abbiamo parlato alla città, della città".

 

Insomma, parla di scelta condivisa. Eppure, nell'intervista, Possamai sembra scagliare più di una frecciata ad Elly Schlein e alla sua leadership. Quando gli chiedono come abbia fatto a riunire tutte le anime del centrosinistra, perennemente spaccato, spiega: "Comunicare è fondamentale. Ma per parlare chiaro agli altri, per essere convincente, devi essere unito al tuo interno, altrimenti fuori non ti capiscono". E ancora: "Per farcela devi unire, in nome di un progetto più grande. Ma le alleanze devono essere credibili", cannoneggia.

Quindi, commentando le storiche divisioni della sinistra, aggiunge: "Bisogna ripartire dalle cose che ci fanno stare bene insieme, e noi qui siamo stati bene insieme. È stata una campagna elettorale lunghissima, senza una sbavatura", rimarca con orgoglio. Così come rimarca con orgoglio il fatto che all'inizio avesse "diciassette" punti di svantaggio nei sondaggi. Ma ora lui è sindaco. E lo è diventato tenendo alla larga Elly Schlein: brutta storia, per la segretaria.

 

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