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Berlusconi, Cecchi Gori: "La profezia in accappatoio bianco, come ho visto il Cav"

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Aveva già previsto tutto: la fine della Prima Repubblica, l'inchiesta di Mani Pulite e forse anche che sarebbe diventato il leader di un nuovo partito politico. Già nel 1988 Silvio Berlusconi aveva capito che cosa sarebbe successo da lì a poco e aveva quindi cominciato a "scaricare" Bettino Craxi. Lo racconta Vittorio Cecchi Gori al Fatto Quotidiano ricordando il compleanno del segretario del Psi che venne festeggiato tutti e tre insieme a Sankt Moritz e che finì con Berlusconi in accappatoio bianco a pronunciare la sua profezia. Era presente anche Rita Rusic, all'epoca moglie di Cecchi Gori, che secondo la ricostruzione dell'imprenditore cinematografico, aveva attirato l'attenzione di Craxi ("stupidello") che le dedicò addirittura una canzone sentimentale cantata davanti a tutti. 

 

"La serata non finì subito, andammo avanti a lungo, poi i classici saluti, le ultime battute e tutti nelle proprie stanze; (pausa) passano alcuni minuti e sento bussare alla porta. Apro", rivela Cecchi Gori. "E me lo ricordo come fosse ora: chi trovo?" Berlusconi? "Esatto!. Coperto solo da un accappatoio bianco di spugna; mi guarda e con il tono da sospiro inizia a parlare: “Hai visto che me tocca fa’ per mantenere in piedi tutto questo ambaradan? Per tenerlo buono?. Oramai è una fatica contenere tutte le sue richieste”. "E lì ci siamo salutati", continua l'imprenditore ammettendo di aver capito il messaggio dopo aver chiuso la porta. "Ho guardato Rita e le ho detto: Craxi ha i giorni contati, questo lo fa fuori. E così è stato", fa notare Cecchi Gori: "Era una dichiarazione di guerra". "Certe partite", conclude, "si giocano sul lungo periodo".

 

 

 

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