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Biden invia il fedelissimo a Roma: ecco chi è l'ambasciatore Usa

Fabio Rubini
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Il viaggio negli Usa della Meloni ha segnato anche l’accelerazione dell’arrivo del nuovo ambasciatore americano a Roma (e a San Marino), una figura che in Italia mancava da ben tre anni. Si tratta di Jack Markell, designato da Biden già lo scorso 12 maggio. Nella nottata dell’incontro Biden-Meloni, però, è stato il Senato Usa, per acclamazione, a dare via libera al suo incarico. Sessantatré anni a novembre, con due mandati alle spalle (dal 2009 al 2017) da governatore del Delaware - lo Stato che Joe Biden ha rappresentato al Senato prima di diventare vicepresidente con Barack Obama - Markell potrebbe arrivare a Roma a fine agosto, lasciando l’attuale incarico di di ambasciatore degli Stati Uniti presso l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico che ha sede a Parigi.

Markell, che ricopre quell’incarico da poco più di un anno, in precedenza aveva lavorato per alcuni mesi, su incarico della Casa Bianca, come coordinatore per l’operazione “Allies Refuge”, con la quale il governo statunitense ha portato nel Paese alcuni civili afghani a rischio, in particolare interpreti e dipendenti delle ambasciate Usa, dopo il ritiro militare dall’Afghanistan nell’agosto di due anni fa. Con la nomina di Markell, grande amante della bicicletta, appassionato di poesia e produzione musicale, Biden ha finalmente dato una guida politica a tutte le ambasciate nei Paesi del G7, due anni e mezzo dopo aver prestato giuramento sulla scalinata del Campidoglio. Di Markell, il senatore del Delaware, Tom Carper, dice: «È una persona di straordinario talento, brillante, premurosa: ha sempre reso il nostro Stato orgoglioso e continuerà a farlo per il nostro Stato e il nostro Paese».

L’avventura italiana di Markell, però, potrebbe durare poco. A differenza di quanto succede qui da noi, negli Stati Uniti la carica di ambasciatore non passa attraverso la trafila della carriera diplomatica, ma risponde alle logiche delle nomine politiche. A scegliere gli ambasciatori è il presidente Usa in carica. Per questo tra un anno e mezzo o poco più, se alla Casa Bianca dovesse esserci un ribaltone politico o se Joe Biden dovesse decidere di non ri candidarsi, anche la poltrona romana di Markell potrebbe vacillare. Detto questo, però, la cosa importante è che finalmente la visita di Meloni a Washington sembra essere riuscita a sbloccare una situazione di “vacatio” che si protraeva dal gennaio 2021, quando l’allora ambasciatore Lewis Eisenberg, lasciò la sede Usa di Via Veneto in seguito alla sconfitta elettorale di Donald Trump. L’arrivo di Merkell a Roma, infine, segnerà un consolidamento dei rapporti tra Italia e Usa soprattutto in vista dell’abbandono da parte italiana dell’accordo commerciale con la Cina e l’inizio delle trattative per quello nuovo di zecca- e si spera molto più vantaggioso - con gli Stati Uniti d’America.

 

 

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