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Caso De Angelis, Fdi: “Dimissioni? Richiesta sovietica”

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Nuovi sviluppi sul caso riguardante Marcello De Angelis: la linea di Fratelli d’Italia è che è sbagliato invocare la testa del responsabile della comunicazione istituzionale della Regione Lazio. Finito nella bufera per aver “assolto” i terroristi neri Fioravanti, Mambro e Ciavardini - condannati con sentenza definitiva per la strage di Bologna - De Angelis non perderà il posto di lavoro. 

 

 

“Chiedere il licenziamento - è quanto trapela da Fdi - di un giornalista che manifesta la propria opinione, del tutto personale, su una qualunque vicenda è prova che la cultura sovietica e comunista della censura alberga ancora nelle menti di molti esponenti del Pd. A nulla vale dire che Marcello De Angelis lavora per un ente pubblico. È un lavoratore e non un rappresentante del popolo; e un lavoratore mai può rischiare il licenziamento per le sue idee per quanto possano non essere gradite". 

 

 

Da Fdi sottolineano anche che De Angelis ha parlato a titolo personale e non a nome della Regione, come evidenziato anche dal governatore Rocca. “Il rispetto per le sentenze - aggiungono dal partito della Meloni - non esime dalla capacità e volontà di ricerca continua della verità, specialmente su una stagione torbida dove gli interessi di servizi segreti, apparati deviati e mafia si sono incontrati".

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