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De Luca sta con Meloni e Piantedosi: "A Caivano serve un anno di assedio militare"

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A Caivano serve "un anno di assedio militare". Il governatore Pd della Campania Vincenzo De Luca, ex sindaco di Salerno, si conferma "sceriffo" e propone misure estreme per risolvere l'emergenza sicurezza nel comune alle porte di Napoli, teatro da anni di degrado e violenze sconvolgenti. L'ultima, lo stupro di gruppo di 6 giovanissimi ai danni di due cuginette di appena 10 e 12 anni, trascinate e abusate in uno dei tanti luoghi "dimenticati" del famigerato Parco Verde. 

L'analisi del presidente di regione è spietata, anche se tende a omettere le responsabilità del suo governo. Di sicuro, invece, chiama in causa le amministrazioni locali che si sono susseguite, sempre di centrosinistra. "Noi dobbiamo rispondere per l'oggi. Io credo che dobbiamo andare a Caivano a istituire una zona di assedio militare. Lo stato a Caivano non esiste, non c'è. C'è bisogno di uno stato di assedio, come quando mandiamo i reparti militari nei luoghi di guerra. Dobbiamo decidere che per un anno dobbiamo togliere l'aria che respirano ai delinquenti che trafficano in droga". 

De Luca disegna uno scenario alla Gomorra: "Ragazzini vestiti come camorristi, tatuati come camorristi, che imitano i personaggi di certi film il cui effetto è devastante". "Ha ragione il ministro Piantedosi, il problema è culturale e bisogna intervenire a 360 gradi", spiega il governatore, che non vuole unirsi "all'insopportabile coro delle solidarietà pelose". La premier Giorgia Meloni visiterà il Parco Verde e lui sarà al suo fianco, perché si tratta di una iniziativa "importante, un atto simbolico significativo", a patto che, però, "dietro agli impegni assunti dal presidente del Consiglio ci sia la sostanza". 

Lo sguardo del governatore, il tanto temuto capo dei "cacicchi" meridionali del Pd citato indirettamente dalla segretaria dem Elly Schlein, è anche culturale: "C'è un'esplosione di sessuofilia sui social, con giovanissimi alle prese con immagini sconvolgenti. Un problema complesso che riguarda i modelli culturali che abbiamo trasmesso ai giovani di Caivano, ma non solo di Caivano". Caivano, sottolinea, "è l'inferno in terra, ma questo lo sapevamo già da quando hanno scaraventato dall'ultimo piano la piccola Fortuna dopo averla violentata. E poiché è un inferno in terra, l'unica risposta è istituire uno stato d'assedio militare. E' un'espressione forte - conclude - ma non riesco a trovarne un'altra. Dobbiamo dire con grande spirito di verità che a Caivano lo Stato non esiste, nonostante l'impegno di forze dell'ordine estremamente limitate. E bisogna farlo senza perdere tempo, perché ci sono risposte che vanno date oggi. A Caivano come in altri territori della Campania la vita di un essere umano vale 500 euro. A chi vogliamo chiedere di fare lotta alla camorra, a un padre di famiglia che sta in queste condizioni?".

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