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Pontida, Luca Toccalini: "Perché è la vera casa dei leghisti"

Fabio Rubini
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Luca Toccalini, classe 1990, è il responsabile del movimento giovanile della Lega. È al suo secondo mandato alla Camera dei Deputati e oggi coordinerà l’assemblea che vedrà la presenza di circa un migliaio di ragazzi e ragazze provenienti da tutta Italia. Con lui, oltre che delle tematiche care alle nuove generazioni, abbiamo provato a parlare anche di quello che Pontida rappresenta oggi per la “cantera” della Lega, partendo proprio dalla sua esperienza personale.

Onorevole, se la ricorda la sua prima Pontida?
«Come potrei scordarla. Avevo 17 anni e rammento che il giorno prima ero andato con due amici a comprare la tenda per accamparmi vicino al prato. Ho ancora nel cuore quella sensazione di timore e al tempo stesso di curiosità nello scoprire qualche cosa di nuovo; nelle orecchie il coro storico “A Pontida non si dorme mai”; e negli occhi le ondate di persone che la mattina dopo arrivavano con tante bandiere diverse a rappresentare il popolo della Lega. E lì ho capito due cose...».

Quali?
«La prima è il forte senso di comunità che c’è nel nostro movimento. La seconda è che Pontida è magica ed emozionante: è la casa di noi leghisti. Dove torni sempre volentieri per ricaricarti. La mia prima volta la Lega era al 4,5%, ma vi assicuro che ho provato le stesse emozioni di quella nella quale Maroni ha sventolato i diamanti dal palco, di quella della Lega al 34% e so già che le proverò identiche anche quest’anno, con i sondaggi che ci danno in crescita».

 

 

A proposito di palco, chissà che emozione la prima volta...
«Era il 2019, il giorno prima ero stato eletto segretario del movimento giovanile. Vedere per la prima volta il prato “dall’altra parte” è una cosa che ti fa tremare le gambe...e la voce. In fondo essere lì è il sogno di tutti i leghisti. Ma ti fa anche capire che in Lega chiunque sta sul prato dietro alle transenne può avere la possibilità, lavorando duro, di salire su quel palco. La Lega crede nei giovani e in chi lavora».

A parte quella del 2019 che ci ha appena raccontato, c’è una Pontida che ricorda con più piacere?
«La prima di Matteo Salvini da segretario. Era un momento molto difficile per la Lega e Matteo dal palco seppe darci la forza per reagire.
E non dimentichiamo che da lì partì la volata che anni dopo ci ha portato a risultati mai raggiunti nella storia del Movimento».

Salvini è stato il segretario che più di tutti ha puntato sui giovani...
«Lo ha fatto fin da subito impostando il suo lavoro da leader. E i risultati si vedono, come testimoniano, tra i tanti, il caso di Alberto Stefani che a 30 anni è segretario della Lega in Veneto; o quello di Alessandro Corbetta, che a 34 è capogruppo in Regione Lombardia. Questa è la testimonianza tangibile che la Lega è un movimento che crede nella sua “cantera”. E noi giovani, poi, siamo consapevoli del fatto che è importante interagire anche con chi la Lega la vive da molto più tempo di noi».

 



 

Veniamo alla Pontida 2023. Quali sono i temi che affronterete oggi in assemblea?
«Sono tre. Il primo riguarda il mondo dell’Università.
Noi rivendichiamo con orgoglio almeno due importanti risultati ottenuti. Il primo è che in pochissimo tempo siamo riusciti a incrementare i posti a disposizione nelle facoltà di medicina. Il secondo, dopo anni di battaglie, è quello di aver finalmente abolito il divieto alla doppia laurea. In questo modo molti giovani possono seguire due corsi contemporaneamente. Tutto grazie al lavoro della Lega».

Il secondo qual è?
«Riguarda la condizione giovanile in Italia. I dati che emergono delle varie ricerche sono drammatici, con un incremento dei consumi di droga e alcol e dell’uso di armi. Lo Stato deve dare risposta a questi disagi. E questa sarà la nostra priorità nelle prossime settimane».

C’è un altro tema che ricorre spesso nei suoi discorsi ed è quello dell’Ambiente. Parlerete anche di questo?
«È il terzo tema di cui parlavo prima. Nell’affrontarlo saremo meno ideologici della sinistra e molto più concreti, facendo proposte che dovranno migliorare il clima, senza però aiutare la Cina... che produce le componenti per auto elettriche che tanto piacciono agli ambientalisti, ma lo fa usando le centrali a carbone...».

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