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Murray Rothbard, così l'ideologia di sinistra ingabbia la libertà

Andrea Venanzoni
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Con evidente compiacimento, alcuni quotidiani italiani hanno dato notizia di come i governi Ue siano stati portati davanti la Corte europea dei diritti dell’uomo da sei ragazzi portoghesi, i quali accusano le autorità di fare poco o nulla per fermare il cambiamento climatico. Sempre alla ricerca di nuove declinazioni della “giustizia sociale”, questa volta in salsa green, organi di stampa, sinistra e una parte del ceto intellettuale, parteggiano per i profeti della via giudiziaria all’ecologismo, celebrando la storica rilevanza della causa. Anche se a ben vedere davanti un tribunale dovrebbero finire proprio certi eco-oltranzisti, come quelli che sono soliti bloccare la circolazione sulle strade e che, come avvenuto a Milano, mettono a repentaglio la sicurezza dei cittadini, rischiando di ritardare i soccorsi a mezzo autoambulanza.

In questo tetro clima di dirigismo ambientalista, catastrofismo, manifestazioni eco-psicotiche ed esasperazione burocratica, è quindi una vera boccata d’aria la pubblicazione da parte di Liberilibri di Contro l’egalitarismo, di Murray N. Rothbard, curato dalla professoressa Roberta Adelaide Modugno che di Rothbard è massima esperta italiana. Contro l’egalitarismo raccoglie tre saggi dell’economista e filosofo libertario americano, L’egalitarismo come rivolta contro la natura, La tutela dell’ambiente nel libero mercato e Libertà, disuguaglianza, primitivismo e divisione del lavoro, con una pregevole e preziosa introduzione della professoressa Modugno, che ricostruisce la fenomenologia del pensiero di Rothbard e l’origine di questi saggi, apparsi negli anni Settanta in America.





COME UN MANTRA
Inseriti a buon diritto in una autentica lotta per la vita della libertà in un mondo culturale egemonizzato dalle parole d’ordine della sinistra, nutrite da sclerotizzazione dei processi produttivi, iper-regolazione, propensione alla sovversione dell’ordine naturale, i saggi che compongono il volume dovrebbero essere mandati a memoria come un mantra della libertà soprattutto dai governanti e dagli aspiranti tali, conservatori, libertari, liberali, “di destra” che essi siano. Perché Rothbard, con acuto nitore e quasi preveggenza, ha scorto i primi bargigli di fiamma di quello che sarebbe poi divenuto l’incendio di un politicamente corretto tirannico e di una follia redistributiva soggiogata dal prisma della giustizia sociale, equità fallace e artificiale questa la cui unica sostanza effettiva è affermare mediante la norma la minorità ontologica N. Rorhóard di una certa categoria di individui. In L’egalitarismo come rivolta contro la natura, Rothbard avverte i conservatori con disincantata lucidità: l’opposizione epistemologica alla narrazione di sinistra, incentrata questa su paradigmi etici e ideali, non può giocarsi solo lungo il crinale del pragmatismo. Perché questo potrà forse garantire vittorie di breve periodo, ma poi la malleabilità camaleontica di chi dice di agire per supremi ideali, come i diritti umani, sempre nuovi, sempre multiformi, finirà per imporre la propria agenda.

Suona familiare? Dovrebbe. Perché è quanto avviene in Italia, e non solo, con una politica conservatrice capace solo di giocare di rimessa, chiusa in un timido cantuccio. Per questo Rothbard sferra un attacco frontale che si gioca sia sul piano empirico sia su quello teorico e assiologico: è ora di farla finita con l’idea di una separazione tra la teoria buona e una prassi magari non analogamente buona, sotto condizione di “non era vero comunismo”, ad esempio. La turpitudine di alcune idee del progressismo e del marxismo è anche puramente teorica, e per tale merita di essere declamata.

 




RITORNO AL PASSATO
La tutela dell’ambiente nel libero mercato è invece un ampio e colto peana della libertà e della autodeterminazione nelle politiche ambientali, soprattutto un invito metodologico alla considerazione separata e specifica delle varie problematiche ambientali, senza totalizzante e isterica costruzione di una categoria-mondo “ambiente”, innervata sempre più spesso dai dogmi del politicamente corretto. Nell’ultimo saggio, infine, il più ampio e seguito da un magistrale Poscritto, Rothbard si sofferma sulla pericolosità di quelle dottrine radicalmente anti-tecnologiche, anti-industriali, e originanti dal ceppo post-marxista della Nuova Sinistra che finiscono per ingabbiare la libertà umana attraverso la irreggimentazione della divisione del lavoro, in un regresso neoprimitivo della società tutta.

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