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Napolitano, Irene Pivetti picchia duro: "Che persona era davvero, non dimentichiamolo"

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Ricordarlo sì, ma glorificarlo no. Irene Pivetti si accoda a coloro che in queste ore richiamano alla memoria Giorgio Napolitano, scomparso nella serata di venerdì 22 settembre. "'Parce sepulto': misericordia, per colui che è defunto - premette l'ex presidente della Camera -. Questo vogliamo oggi che sia il senso di un ricordo che non può, nonostante il cordoglio e il doveroso rispetto istituzionale, dimenticare la dimensione politica, di natura strutturalmente antagonistica, della persona di Giorgio Napolitano".

Raggiunta dall'Adnkronos, Pivetti ammette di aver "avuto l'onore di servire lo Stato come presidente della Camera raccogliendo da lui quel testimone straordinariamente impegnativo e per questo gli tributiamo il rispetto che si deve a chi ha servito lo Stato con autentica dedizione, gli riconosciamo la fedeltà alle istituzioni nel corso di tutta una lunga vita". Ma - e qui la giornalista non ci va per il sottile - non saremmo onesti intellettualmente se omettessimo di ricordare anche il forte contrasto che, da presidente in carica, lo contrappose all'allora presidente del consiglio Silvio Berlusconi".

 

 


Una testimonianza quella di Pivetti che "durante la mia presidenza l'ho visto guadagnare la fiducia del suo avversario fino ad essere da lui indicato prima come commissario europeo (anche se sacrificato all'ultimo momento ad Emma Bonino), poi come presidente della Commissione speciale per i riordino del sistema radiotelevisivo, e cioè come uomo dell'equilibrio, che avrebbe dovuto gestire l'allora spina nel fianco del cavaliere, quell'accusa di conflitto di interessi che la sinistra non abbandonò mai, finché non decise di spostare il bersaglio, dalle reti televisive alle commensali delle cene di Arcore". Per questo, è la conclusione dell'ex leghista, "a pensarci oggi appare davvero difficile credere che a tanta luna di miele istituzionale sarebbe seguito quindici anni dopo il siluro di 'Re Giorgio' al Berlusconi II, partito contro il governo Italiano con la benedizione della Francia ma soprattutto della Germania, e certamente anche Oltreoceano". 

 

 

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