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Meloni, la telefonata con il finto leader africano: "Impostori russi, non è caduta nella trappola"

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Una coppia di comici russi telefona a Giorgia Meloni presentandosi come un influente politico africano. Nel corso del colloquio, che verte sull'emergenza immigrazione, le politiche dell'Unione europea e la linea tenuta dal governo francese di Emmanuel Macron, la premier italiana si lascia sfuggire un commento sulla guerra in Ucraina: "Vedo che molti sono stanchi". Basta questo a far diventare virale "l'agguato", sintetizzando le parole della Meloni in un più brutale e sibillino "stanchi dell'Ucraina" capace di gettare una luce ben diversa a tutto il ragionamento. 

Resta il fatto, gravissimo, dello "scherzo" del duo Vovan & Lexus, a metà strada tra Iene e Striscia la notizia, sul quale però non può non aleggiare il sospetto degli interessi di Mosca nel destabilizzare la politica e l'opinione pubblica europee. Non a caso, Palazzo Chigi ha subito diffuso una nota in cui si parla di "rammarico": "L'Ufficio del Consigliere diplomatico del presidente del Consiglio dei ministri si rammarica per essere stato tratto in inganno da un impostore che si è spacciato per il Presidente della Commissione dell'Unione Africana e che è stato messo in contatto telefonico con il Presidente Meloni. L'episodio è avvenuto il giorno 18 settembre nel contesto dell'intenso impegno sviluppato in quelle ore dal Presidente Meloni per rafforzare i rapporti con i leader africani con i quali ha avuto importanti incontri a margine dell'Assemblea Generale dell'Onu tra il 19 e il 21 settembre". 

 

Nel colloquio diplomatico oggi rivelatosi una imboscata russa, Giorgia Meloni affronta il tema dei flussi di immigrati illegali nel Mediterraneo: "La situazione è piuttosto complicata: dall'inizio dell'anno sono arrivate più di 120mila persone, soprattutto dalla Tunisia. La situazione è molto difficile su tutti i fronti, la situazione umanitaria, la situazione logistica, la situazione della sicurezza. Credo che questo flusso possa aumentare a causa della situazione che si sta sviluppando in Africa". 

"L'Europa - confessa la premier ai due comici russi in incognito, al secolo Vladimir Kuznetsov e Aleksejh Stoljarov - per molto tempo ha pensato di poter risolvere il problema lasciando sola l'Italia". Concetti, questi, espressi più volte in discorsi pubblici e consessi internazionali.

A un certo punto, il finto politico africano si lamenta con lei perché "tutti i soldi della Ue vanno all'Ucraina". E qui la premier spiega: "Vedo che molti sono stanchi. A dire la verità, potremmo essere vicini al momento in cui tutti capiranno che abbiamo bisogno di una via d'uscita". Un ragionamento peraltro ben poco imbarazzante, visto che esprime il "sentiment" di praticamente tutte le segreterie internazionali, Casa Bianca compresa. "Il problema - prosegue al telefono - è trovare una soluzione che sia accettabile per entrambe le parti, senza violare il diritto internazionale. Ho alcune idee su come gestire questa situazione, ma sto aspettando il momento giusto per provare a presentare i miei pensieri. La controffensiva dell'Ucraina potrebbe non andare come previsto". 

 

Mentre il sito di Repubblica cavalca la notizia e sui social iniziano ad arrivare critiche alla premier, fonti di Palazzo Chigi sottolineano come "il presidente Meloni è stata tratta in inganno al telefono da un personaggio che è riuscito a spacciarsi attraverso l'ufficio diplomatico di palazzo Chigi come presidente dell'Unione Africana. Nonostante il tentativo di farle dire frasi 'scomode', Meloni ha invece ribadito nella sostanza le posizioni assunte dal governo, pur nei toni consueti di estrema cortesia formale che si tengono in interlocuzioni con rappresentanti istituzionali stranieri. Il presidente del Consiglio, nonostante le provocazioni, ha confermato il pieno sostegno all'Ucraina e le politiche italiane di contrasto all'immigrazione illegale". Forse dunque, invece di preoccuparsi per le frasi (di buon senso) della Meloni, anche la sinistra italiana dovrebbe inquietarsi per la granata lanciata da Mosca e dintorni nel dibattito interno alla Ue.

"La propaganda russa - è il commento del sottosegretario Giovanbattista Fazzolari - è disperata per il catastrofico andamento della guerra, l'operazione speciale si è tramutata in una continua sconfitta. Meloni non è caduta nella trappola dei russi e ha confermato il sostegno a Kiev".

Stessa tesi sostenuta da Tommaso Foti, capogruppo di FdI alla Camera. "Il presidente Meloni non è caduto nella trappola di un impostore russo che ha finto di essere un leader africano per ottenere dichiarazioni che possano creare al governo imbarazzo. Pur tratta in inganno, infatti, il presidente del Consiglio ha ribadito con coerenza e trasparenza la linea dell'esecutivo e del Paese in merito all'aggressione russa all'Ucraina e alla collocazione dell'Italia, dalla parte dell'Occidentale, di Kiev e del pieno rispetto del diritto internazionale. Chi voleva creare un caso diplomatico e incrinare il blocco di forze alleate a Kiev ha sbagliato bersaglio: Giorgia Meloni si conferma, ancora una volta, un vero leader capace che, con linearità, saggezza e serietà, sta portando avanti una politica estera come da troppi anni non si vedeva in Italia". 

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