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Nichi Vendola scava la tomba al Pd: "Un strada tutta in salita"

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Nichi Vendola scende nuovamente in campo. "Torno alla politica attiva", annuncia il presidente di Sinistra italiana dopo ben otto anni. Il motivo? Precisando di non essere mai fuggito, l'ex governatore della Regione Puglia ammette di aver solo "smesso di avere ruoli apicali nella vita pubblica. Ma non ho abbandonato la polis per rifugiarmi in un eremo, si può fare politica anche lontani dai radar dei media".

A maggior ragione ora che, a suo dire, vantiamo un governo senza precedenti. "Se l’estrema destra abita a Palazzo Chigi - attacca dalle colonne di Repubblica - vuol dire che la sinistra è messa male". E ancora: "Se metà degli elettori non vota vuol dire che anche la democrazia non sta tanto bene. Credo che la prima cosa necessaria da fare per risalire la china sia guardare in faccia la sconfitta, collocarla dentro questa fase drammatica della storia del mondo, lavorando a ritrovare il filo rosso di quella 'connessione sentimentale' col popolo che è stata logorata da lunghi anni di governismo e moderatismo".

 

 

E a chi paragona Elly Schlein somigli a una "grande Sel", Vendola boccia il parallelismo: "Una sciocchezza. Sel provò a stringere col Pd un rapporto fondato sulla rottura con le politiche liberiste, ma quel Pd si portava addosso le controriforme del mercato del lavoro e si caricò sulle spalle il mito degli ottimati della tecnocrazia. Questo tempo è figlio di quelle scelte che facevano della sinistra il volto perbene delle élites. Ora si tratta di cambiare musica. Certamente il linguaggio di Elly è distante anni luce dal politicismo asfissiante e dal riformismo senz’anima che ha portato il Pd a perdersi e a perdere. Ma a lei tocca un compito difficile, la sua e la nostra strada è tutta in salita".

 

 

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