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Fabio Rampelli accusa: "Solo 400 euro ai dipendenti della Camera"

 Rampelli

Fausto Carioti
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Vicepresidente Fabio Rampelli, l’ufficio di presidenza della Camera ha deciso di creare una società “in house” per fare quei lavori che sinora a Montecitorio hanno svolto cooperative esterne. Di quali lavori si tratta?
«Sarà una società al cento per cento di proprietà della Camera dei deputati e servirà a gestire i servizi di pulizie, ristorazione, rimessa e altro».

Perché lo fate? Non andava bene il sistema usato sinora?
«Venivano utilizzati lavoratori che guadagnavano anche 400 euro al mese. Uno scandalo inaccettabile».

Il nuovo regime comporterà un aumento dei costi della Camera?
«Al contrario. Secondo le analisi effettuate da studi specializzati, risparmieremo un milione e mezzo di euro l’anno e migliorando la qualità dei servizi erogati contiamo di avere anche un margine superiore. Ma la Camera non deve guadagnare soldi, quindi ciò che realizzerà in più lo redistribuirà tra i lavoratori».

Da quanto andava avanti il vecchio sistema?
«Da decenni, e nessuno ha pensato di affrontarne le anomalie. La peggiore delle quali è stata la mortificazione dei lavoratori con il precariato e con stipendi incompatibili con la vita umana».

I dipendenti delle cooperative che in questi anni hanno lavorato a Montecitorio saranno assunti?
«Saranno liberi di scegliere. Se vorranno, potranno essere assorbiti nella nuova società».

I dipendenti della Camera hanno un trattamento economico e previdenziale importante, che molti lavoratori “normali” sognano. I dipendenti della nuova società avranno lo stesso trattamento?
«Sono del parere che chi lavora debba guadagnare il giusto. Le categorie prese in considerazione non avranno stipendi “importanti”, ma il nostro obiettivo è riconoscere stipendi equi e stroncare lo sfruttamento. Il nostro potrà essere un modello, perché è giusto esternalizzare i servizi, ma non peggiorando la loro qualità e facendo risparmi di bilancio sulla pelle dei lavoratori. Si devono tagliare gli sprechi, non i salari più bassi».

Come ha reagito l’opposizione alla vostra iniziativa?
«All’inizio sembravano tutti sensibili all’argomento, ora mi pare che preferiscano la contrapposizione al governo, infatti hanno votato contro. Sono stupito dai Cinque Stelle: prima hanno preteso di contrattualizzare gli assistenti parlamentari, i cosiddetti portaborse, alcuni dei quali sono ex parlamentari, intaccando per 4,5 milioni il bilancio della Camera. E adesso, sui lavoratori più fragili, si schierano contro».

Nella scorsa legislatura fece presente il problema al presidente Fico?
«Roberto Fico partiva con la palla al piede, perché doveva castigare il “Palazzo” per fare bella figura, ma poi si è dovuto arrendere alla necessità di nuove assunzioni per rimpiazzare chi andava in pensione. Se non l’avesse fatto, Montecitorio avrebbe potuto chiudere per assenza di personale. Sul miglioramento delle condizioni dei precari, però, non ha voluto prendere iniziative. Gli stavano a cuore solo gli assistenti parlamentari».

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