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Pozzolo, "revocato il porto d'armi" e indagato: cosa succede ora

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Sarà revocato il porto d'armi per difesa personale al deputato di Fratelli d'Italia Emanuele Pozzolo: lo avrebbe deciso la Prefettura di Biella, secondo quanto riportato dall'Ansa. Pozzolo è finito al centro della bufera dopo che dalla sua arma, una mini pistola legittimamente detenuta, è partito un colpo che ha ferito il genero di un agente della scorta del sottosegretario della Giustizia Andrea Delmastro. È successo alla festa di Capodanno organizzata nella sede della Pro Loco di Rosazza, in provincia di Biella, affittata per l’occasione da Francesca Delmastro, sorella del sottosegretario, e sindaco della località in alta Valle Cervo. Il deputato, comunque, ha dichiarato: "La pistola è mia, ma non sono stato io a sparare". Nonostante questo, però, riferisce sempre l'Ansa, risulterebbe indagato per lesioni aggravate. In procura a Biella sarebbe stato aperto un fascicolo nei suoi confronti, dal momento che è sua la pistola da cui è partito lo sparo. In ogni caso, visto che Pozzolo ha assicurato di non essere stato lui a sparare, si tratta di un atto dovuto per poter compiere tutte le indagini del caso.

L'arma del deputato, inoltre, sarebbe già stata sequestrata la notte dell'1 gennaio all'arrivo dei carabinieri. L'Ansa specifica che la decisione sulla revoca sarebbe stata presa dalla Prefettura di Biella perché il deputato vercellese risulta avere preso di recente la residenza a Campiglia Cervo, nel Biellese.

 

 

 

Dopo la notte di Capodanno, inoltre, Pozzolo avrebbe deciso di sottoporsi solo allo stub, il test per rilevare residui da sparo, non consegnando però i suoi abiti ai carabinieri. Il prelievo sarebbe stato effettuato sulla mano destra e su quella sinistra, sul giubbotto, sul pile e sui jeans indossati da Pozzolo. 

 

 

 

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