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Matteo Salvini e Francesca Verdini, il loro amore non piace agli invidiosi del web

Francesco Storace
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Non hanno trascorso la notte di Capodanno ad annoiarsi, Matteo Salvini e Francesca Verdini. In quel selfie che è volato sui social con la consueta viralità (non virilità, mi raccomando ndr) c’è una bella storia d’amore che come tutte le coppie che stanno bene assieme comunicano agli amici e al mondo intero. È anche normale, potremo dire. Ma non per l’esercito dei rosiconi. Quel selfie è risultato indigesto a chi ha dimenticato che cosa voglia dire amarsi, quei due sorrisi trasmessi dall’I-phone non sono stati graditi a tutti. Eppure non è stato un trapianto di cuore a unire Matteo e Francesca. Semplicemente un sentimento. Chi non ne ha, o ha smesso di averne, non sa che significa.

Dovevano avere i dolori sulla punta delle dita gli haters di Capodanno. Hanno avuto i malori al bulbo oculare non appena Salvini e la Verdini sono apparsi sulle loro home page. Le donne: «Perché con lei?». Gli uomini: «Perché con lui?». Vogliosi e vogliose, l’unità nella resistenza alla parola Love. Come si sono permessi, Matteo e Francesca e pure Francesca e Matteo - sennò chi li e le sente quelli e quelle del politicamente corretto - di festeggiare il Capodanno come una marea di fidanzati qualsiasi.

 

 

 

«Buon 2024 amici», hanno scritto e quelli che amici non sono sembravano pure offesi. Finti, ovviamente. In pratica, è arrivato il tic rosso, colpisce senza pietà chi non perdona il sentimento altrui. E soprattutto di lei. Ma l’avete vista quant’è felice con Matteo, Francesca? E come si permette di farsi vedere con “quello”, il capo leghista? Sono fidanzati e non hanno chiesto il permesso ai rispettivi follower. Troppi, indubbiamente. Che poi a dirla tutta è lei, Francesca, che dovrebbe essere processata: il suo “reato” è un video che accompagna il nuovo anno sui dodici mesi trascorsi e in cui compaiono papà Denis e il fratello Tommaso. Entrambi sono sotto inchiesta e una specie di manuale del livore rosso proibisce di amare i propri cari anche in un momento non esattamente bellissimo? È un paese troppo cinico, il nostro.

L’esercito dei rabbiosi ha un generale al merito in gonnella, si chiama Tiziana Ferrario. Leggete come ha commentato il tweet felice di Matteo Salvini immortalato con la sua fidanzata: «Inadeguato. Inopportuno. Indecente. Inconsistente. Incompetente. Indisponente». Niente male per chiudere il 2023 contorcendosi lo stomaco. Sudi lei, la Ferrario di un tempo che tanto gentile pareva, sarebbe bastato scrivere incredibile... Oppure Invidiosa (assai). Intollerante (troppo). Invecchiata (male). Indietro (all’anno prima). In una parola insopportabile. C’è da preoccuparsi ad assistere alla scivolata di stile nei confronti di una coppia che vuole essere felice.

 

 

 

Lui, leader politico con il suo consenso; lei, produttrice cinematografica di qualità, hanno fatto morire di bile una compagnia di giro già triste per le performance dei suoi capi e capetti che non nominiamo per evitare collere immotivate contro il nostro giornale. Ma tutto questo non può giustificare macchie su una festa attesa da tutti gli italiani. Donna Tiziana avrebbe fatto meglio a farsi offrire un pandoro senza pubblicità da Chiara Ferragni; la Ferrario (e quelli come lei) vivano meglio l’amore altrui, non c’è bisogno di maledire la bellezza della Verdini. Viene solo da chiedersi da chissà quale patriarca si formino certe donne “de sinistra”. Lasciatela in pace la morosa di Salvini. Morosa è pure una parola bellissima. Ed è la cura migliore contro l’acidità. E che serve anche a non arrendersi mai, dominando soprattutto la propria vita. Tizia’, nun te trolla’.

 

 

 

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