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Giuliano Amato, addio al veleno: "Ci perdono", ma scorda le "patate"

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Giuliano Amato ha annunciato le sue dimissioni dalla Commissione sull'intelligenza Artificiale. E lo ha fatto spargendo veleno contro il governo: "È una commissione della presidenza del Consiglio, e visto che la mia nomina non risulta essere un’iniziativa della presidente del Consiglio lascio senz’altro l’incarico", afferma in un colloquio con il Corriere della sera. Amato - viene riferito - non ha seguito in diretta la conferenza stampa di Giorgia Meloni, ma appena gli vengono lette le parole della premier sull’opportunità di lasciarlo alla guida della cosiddetta commissione algoritmi ("Credo si sappia che non sia una mia iniziativa") non ha esitazioni e di fatto sceglie la strada delle dimissioni creando un caso che strizza l'occhio alla sinistra. Poi ha aggiunto una battuta, ridendo: "Peccato, ci perdono qualcosa ... Ma a me semplificherà la vita". "Io non ho assolutamente parlato dell’elezione dei giudici della Corte. Ho evidenziato un altro problema, come sa chi ha letto davvero l’intervista. - afferma riferendosi al suo colloquio con Repubblica in cui parlava di democrazia a rischio in Italia - Ho parlato dell’accoglienza delle decisioni della Corte, chiunque l’abbia eletta, e ad oggi in Italia non è mai stata la presidente del Consiglio a porre questa questione. Hanno cominciato altri esponenti della sua maggioranza, ma non lei".


Ma tornando a quel "ci perdono qualcosa", forse bisogna ricordare il suo primo intervento al comitato per l'Intelligenza artificiale. "Mica devo costruire un computer", aveva replicato Amato alle polemiche di chi notava un certo paradosso anagrafico nella sua nomina. Come riportava il Fatto quotidiano qualche settimana fa, Amato avrebbe detto: "A me piacciono molto le patate. Grazie all’intelligenza artificiale, un giornalista in pochi istanti potrà sapere tutti i modi in cui posso cucinarle, così da arricchire il suo pezzo". Ci perderemo qualcosa?

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